Le finestre aperte, gli asciugamani stesi, il portoncino aperto. Segni che raccontano la nuova vita dell’ex caserma dei carabinieri di via Borgovico a Como che da ieri ospita 30 richiedenti asilo, con due settimane di anticipo rispetto alle previsioni. Ancora si lavora negli ultimi due piani: gli stessi rifugiati sono impegnati a montare gli ultimi scaffali per allestire magazzini e la cucina, mentre ad oggi i pasti arrivano dalla mensa vincenziana. Da domani la struttura sarà pienamente operativa, con gestione a cura dei Padri Somaschi. 30 gli ospiti, tutti giovani uomini, in arrivo da diverse parti dell’Africa (dal Senegal al Togo).
Oggi intanto altri 3 arrivi in città dove la situazione è ormai allarmante. Basta pensare che soltanto a Como, dal centro alla periferia, nelle diverse strutture sono ospitati 300 profughi. La stessa Caritas, per faR fronte all’emergenza, ha assunto 15 operatori. Eppure non basta.
Spazi e strutture sono ormai al limite. E in queste ore è emersa l’ipotesi di una tendopoli in città da allestire in aree demaniali da individuare se l’emergenza sbarchi dovesse continuare con questi ritmi. Ipotesi che sta già creando forti polemiche. Sul tema si è espresso anche il segretario del Carroccio, Matteo Salvini. “Decine di clandestini inviati a Como, dormono in una ex caserma – ha scritto sulla sua pagina Facebook – E la Prefettura ipotizza di allestire una Tendopoli per immigrati in città. Ovviamente la Lega, seppur all’opposizione, si opporrà in ogni maniera”. “Questa caserma ritinteggiata, ripulita, profumata è più accogliente oggi per i clandestini che un tempo per gli uomini in divisa” rincara la dose il parlamentare comasco della Lega Nord Nicola Molteni. “La nostra protesta contro la destinazione dell’ex caserma di via Borgovico proseguirà ancora più forte” commenta Marco Butti, consigliere comunale a Como di Fratelli d’Italia che preannuncia un deciso “no” anche all’ipotesi tendopoli.