“Lo stato di insolvenza appare conclamato e irreversibile”. E’ questa la conclusione della sentenza con la quale i giudici del tribunale cittadino hanno dichiarato il fallimento del Calcio Como.
Una decisione arrivata dopo aver passato in rassegna la documentazione fornita dalla società e dopo aver valutato attentamente la situazione. Il piano di rientro dal debito oltre 2 milioni di euro non ha convinto, nè tantomeno il discorso delle rateizzazioni e delle fidejussioni. Sotto la lente di ingrandimento ancora una volta anche la cessione del centro sportivo di Orsenigo.
Sono questi i motivi principali uniti ad “aspettative di crediti futuri” a copertura dei debiti “privi di qualsivoglia idonea garanzia o ragionevole previsione non essendo indicati parametri di incasso o l’organizzazione avviata per la riscossione” al centro della sentenza arrivata nelle scorse ore.
È un quadro molto pesante quello dipinto dalla sezione fallimentare del Tribunale di Como in merito allo stato di salute del club azzurro.
Pesanti le critiche rivolte alla fidejussione a garanzia dei debiti presentata dal Calcio Como per dimostrare le capacità di saldare quanto dovuto. “In merito alla fidejussione – si legge nella sentenza – la società debitrice non ha fornito prova sufficiente della solidità economica e finanziaria delle quattro società che l’hanno rilasciata”.
Dito puntato – come detto – anche contro le rateizzazioni. In merito ai debiti con l’erario i giudici fanno notare come “la società debitrice ha ammesso che si tratta di debiti scaduti non coinvolti da piani di rateizzo”, oltre a rilevare come siano state riscontrate, per la parte rateizzata, alcune “irregolarità nei pagamenti avvenuti con ritardo rispetto alle rate di scadenza”. E anche sul fronte dei privati l’importo dei debiti verso i fornitori ammonta a oltre un milione di euro e questo solo in parte, la metà, è stato oggetto di “accordi di rateizzazione”. “Tali circostanze – è la tesi dei giudici – denotano una costante difficoltà e criticità finanziaria dimostrando una fisiologica incapacità adempitiva”.
L’udienza per la definizione dello stato passivo è stata fissata per il 7 novembre.