Posteggi sul marciapiede, davanti ai cancelli, in divieto di sosta: tutto documentato con video e foto. Una pagina Facebook per mettere alla berlina gli automobilisti svizzeri in sosta selvaggia a Como.
È l’ultimo capitolo di una guerra fredda al confine. Ormai non è più una rivalità goliardica. Nemmeno una cordiale antipatia. Tra ticinesi e comaschi, svizzeri e italiani, si respira un clima velenoso. Fatto di attacchi reciproci, di campagne mediatiche, di insofferenza e intolleranza.
Se il Ticino attacca, la provincia di Como risponde. Con metodi più o meno discutibili. In principio furono i “topi”: gli italiani paragonati a ratti che rubano il formaggio nella campagna elettorale del 2010 dell’Udc, partito ultraconservatore e xenofobo.
Gli episodi più recenti risalgono a settembre. I ticinesi approvano l’iniziativa referendaria “prima i nostri”, per dare priorità ai lavoratori elvetici rispetto agli stranieri. Un chiaro messaggio antifrontalieri.
Nei giorni seguenti viene appoggiato un volantino – iniziativa di un singolo – su alcune auto ticinesi posteggiate davanti ai supermarket italiani: “Fate la spesa a casa vostra o vi tagliamo le gomme”. Rispondono le catene di supermercati svizzere, che lanciano una promozione: “Noi non vi tagliamo le gomme, ma la carne”.
In questo clima di tensione, spunta – come anticipato – una curiosa pagina Facebook. Nessun commento, nulla di nulla. Solo una manciata di foto per mettere alla gogna gli automobilisti svizzeri indisciplinati in Italia. Ed ecco che compaiono le foto di auto – tutte rigorosamente con targa ticinese – posteggiate a Como e dintorni in divieto di sosta, sul carico e scarico, sul marciapiede, fuori dagli spazi, davanti alla sbarra di un passo carraio e addirittura in mezzo a un marciapiede di fronte a un cancello. Un’Audi rossa targata Ticino che impedisce il passaggio sul marciapiede di pedoni, passeggini e carrozzine. Nella pagina si trova anche un video: una grossa Bmw ticinese posteggiata, in un autosilo comasco, completamente fuori dagli spazi.
Trovo giusta l’iniziativa su Facebook.Chi fa troppo la morale agli altri di solito è quello che dà l’esempio peggiore
Se lo stato ë assente nella mediazione non resta che la legittima difesa,anche goliardica.