Una lunga testimonianza. Drammatica. Tesa, a tratti agitata. Eppure decisa. A parlare è il titolare di una carrozzeria, di origine calabrese, che ha avuto il coraggio di rompere il muro del silenzio. Con la sua denuncia ha avviato un’indagine della Direzione Distrettuale Antimafia di Milano molto pesante, sulla ‘ndrangheta in Lombardia e in provincia di Como.
Oggi, per un altro procedimento, l’imprenditore era in aula a Como per testimoniare sulla lunga serie di pressioni, minacce e intimidazioni a fine estorsivo che hanno condizionato gli ultimi anni della sua vita.
L’uomo ha una carrozzeria, il lavoro non gli manca. Abita sopra l’officina con la famiglia. A un certo punto, affitta un ramo d’azienda e un capannone a una persona. Da quel momento iniziano i guai. Inadempienze, problemi. Tenta di allontanarlo con una disdetta del contratto di locazione. E’ il 2012. Poco dopo, nell’officina dell’imprenditore viene appiccato un incendio: quattordici auto bruciate. Un inferno. “Ho sentito dei botti, ho visto che bruciava tutto”.
E così l’uomo, terrorizzato, tenta di vendere il capannone. L’ha ricordato oggi. “Avevo paura facessero qualcosa ai miei figli”. Ma il circolo vizioso di pressioni e intimidazioni diventa più pressante. Sa che non può non proporlo agli uomini che lo spaventano. Avrebbe paura a fare diversamente. Ma loro gli offrono una cifra troppo bassa. E alla sua rinuncia alla vendita, gli impongono condizioni economiche pesanti.
Il calvario non è finito. “Dovevo chiudere la mia attività – ha raccontato l’imprenditore – perché ero intimidito. A loro dava fastidio vendessi gomme e facessi revisioni. Dovevano avere il monopolio”.
Il racconto dell’uomo viene interrotto da un singhiozzo. “Tutti mi dicevano di non denunciare, io sono andato dai carabinieri a Saronno, ho raccontato tutto ma poi non ho firmato perché sono stato assalito dalla paura”. Più tardi l’uomo riuscirà a raccontare tutto ai magistrati milanesi. Oggi in aula, nelle sue parole, si percepivano l’ansia e l’agitazione innescate da anni di intimidazioni: “I miei familiari – ha detto – hanno paura ancora adesso”.