Lavoratori frontalieri: dalla Cisl dei Laghi un appello ai parlamentari lombardi, per tutelare impiegati e operai oltreconfine sul tema della sicurezza sociale e della fiscalità.
“La proposta di definire uno Statuto dei lavoratori frontalieri – spiega Adria Bartolich, segretario generale della Cisl dei Laghi – nasce dal tavolo di lavoro appositamente attivato presso la Farnesina. CGIL,CISL e UIL hanno prodotto un documento che definisce alcuni temi sui quali è necessario tutelare i frontalieri”.
Innanzitutto, premette Bartolich, la sicurezza sociale. “I frontalieri devono essere coperti dal sistema di sicurezza sociale del paese in cui lavorano”, dice la sindacalista.
Secondo tema, delicato e dibattuto: la fiscalità. “L’indicazione – continua Adria Bartolich – è evitare di sottoscrivere accordi che prevedano la doppia imposizione sul reddito e sul patrimonio, chiedendo invece che venga inserita nei trattati sia la definizione giuridica della figura del frontaliere che la delimitazione territoriale della zona che lo definisce come tale. Il gettito fiscale derivato dai lavoratori frontalieri deve essere destinato, almeno in parte, al loro paese di residenza”.
Su queste linee guida, il sindacato lancia un appello ai parlamentari lombardi. “Chiediamo loro di impegnarsi perché venga predisposto e approvato al più presto un atto di indirizzo del Parlamento italiano che, facendo propri la discussione e il lavoro fino ad oggi svolti, definisca i principi fondamentali e delinei le tutele a protezione sulle quali lavorare per difendere questi lavoratori da discriminazioni e trattamenti differenziati”.