I guanti utilizzati per soffocare l’anziana trovata morta domenica nella casa di riposo Don Guanella potranno rivelare particolari sul delitto.
Le indagini scientifiche potranno aiutare gli inquirenti a fare luce su quanto accaduto, tra le 18 e le 18.30, nella stanza della struttura di via Tomaso Grossi che la vittima, Dolores De Bernardi, condivideva con una donna di 94 anni.
L’indagine per omicidio aperta in procura a Como, coordinata dal sostituto procuratore Simona De Salvo, resta al momento contro ignoti. Non ci sono indagati ossia al momento non ci sono persone formalmente sospettate di aver ucciso la pensionata di 91 anni di Como, dal 2010 ricoverata in via Grossi e da qualche tempo non più autosufficiente, tanto da avere un amministratore di sostegno.
Gli agenti della squadra mobile della Questura di Como, ai quali sono affidate le indagini, hanno ascoltato la compagna di stanza della vittima. La sua testimonianza però non avrebbe fornito alcun elemento utile a fare chiarezza su quanto accaduto. Il delitto è avvenuto in un arco temporale molto ristretto, venti minuti, mezz’ora al massimo, ovvero il tempo trascorso tra un passaggio e l’altro del personale addetto alla cura e alla sorveglianza della paziente. Gli investigatori escludono qualsiasi omissione dal punto di vista dell’assistenza. Nel pomeriggio, i passaggi degli operatori sanitari risultano ripetuti, tanto che appunto l’omicidio viene collocato nell’arco di meno di mezz’ora, ovvero tra il controllo precedente, quando un’infermiera ha aiutato la 91enne a mangiare qualcosa e il momento in cui, sempre un’addetta alla cura dei pazienti, si è accorta che la signora era morta e ha dato l’allarme.
L’anziana è stata soffocata con due guanti di lattice, che le sono stati messi in gola. Materiale che – come detto – ora è nelle mani della scientifica. La speranza degli investigatori è di trovare tracce al fine di isolare un Dna o elementi utili a scoprire il responsabile del delitto.