Como resta a guardare, Cantù avanza. E le acque non si placano. Anzi: lo scontro su Como Acqua, la nascitura società di gestione del servizio idrico in provincia, diventa ancora più acceso.
Oggi all’hotel Sheraton era in programma un’assemblea per discutere del processo di fusione che coinvolge le dodici società del territorio nel nuovo soggetto unico, Como Acqua Srl.
Del Comune di Como, come annunciato, non ha partecipato nessuno. “Non avrebbe senso partecipare senza il preventivo passaggio in consiglio comunale”, diceva il sindaco. E proprio l’assenza di questo passaggio in consiglio è stato oggetto di uno scontro in maggioranza, con Fratelli d’Italia, che ha criticato apertamente l’assenza di una decisione da parte del Comune di Como.
Oggi lo scenario è cambiato. Mentre Como, per ora, resta a guardare, si fa avanti Cantù, che ha chiesto di pesare diversamente all’interno della governance della società. Ora vige il criterio degli abitanti, secondo il quale Como avrebbe la maggioranza relativa con il 15%. Se invece passasse il criterio della patrimonializzazione delle società, Como scenderebbe al 2% e Cantù salirebbe in modo considerevole.
L’assemblea, ora, avrà tempo fino al 15 novembre – ultima convocazione – per vedere se e come accontentare le richieste di Cantù.
Di certo, l’assenza di Como pesa. “Al tavolo di oggi sedevano i sindaci del territorio, compresi Cantù ed Erba. Como no”, è il laconico commento di Fabio Bulgheroni, sindaco di Casnate con Bernate ed esponente di Fratelli d’Italia.
Nella foto: Edgardo Arosio, sindaco di Cantù, all’assemblea di oggi
Landriscina è gia nel panico?