Domenica 10 settembre 2017 lo smottamento sulla Statale Regina, all’altezza di Argegno. Da allora in quel punto una corsia è stata chiusa e vige il senso alternato, regolato da un semaforo. Un’odissea che dura da sette mesi. Il cantiere, nonostante i solleciti del sindaco Roberto De Angeli e del Prefetto di Como Bruno Corda, non ha ancora preso il via e Anas non ha mai fornito indicazioni precise e ufficiali in proposito. Il caso ormai è diventato nazionale, simbolo di una ordinaria burocrazia all’italiana. E i disagi continuano, soprattutto ora, che le temperature si fanno più gradevoli e i turisti si riversano sulle sponde del lago. Una dimostrazione si è avuta nei giorni di Pasqua e Pasquetta: secondo i numeri forniti dalla Polizia Locale, da Argegno sono passati oltre 40mila veicoli. Record assoluto per il lunedì dell’Angelo, che da solo ha registrato 21.858 passaggi, considerando entrambe le direzioni, da Como verso la Tremezzina e la Val d’Intelvi e in senso opposto. Risultato: code interminabili. E la situazione potrebbe ripetersi questo weekend così come i prossimi. Quello di Argegno, però, non risulta essere l’unico cantiere abbandonato sulla Statale Regina. Un altro si trova lungo la strada all’altezza di Carate Urio. Qui, i lavori sono stati sospesi lo scorso anno in vista della stagione estiva, ma da allora non sono più ripresi e un nuovo via da parte di Anas è stato atteso invano. Intanto, il sindaco di Argegno, che comprensibilmente non si vuole sbilanciare, auspica che i lavori comincino a partire da lunedì. Il cantiere dovrebbe durare circa due mesi, bloccando di fatto l’arteria principale che ogni fine settimana porta i turisti a scoprire le bellezze del Lario. Sulla situazione interviene anche un artista di Erba, Davide Molteni, che domani sarà sul luogo della frana a regalare ai passanti alcuni dei sassi della montagna crollata riportati a nuova vita. “Se ognuno di noi in questi mesi avesse raccolto e portato via un sasso, oggi la strada sarebbe già libera”, dice Molteni. La sua vuole essere una sorta di “provocazione artistica”, proprio a ridosso del giorno in cui si spera possano finalmente iniziare i lavori di ripristino.