Non soltanto mari e oceani, la plastica avvelena anche i laghi e quello di Como non fa eccezione. Sacchetti di plastica e mozziconi, ma anche bottiglie di vetro, carta, pacchetti di patatine e dolciumi e infine cotton fioc che uniti alla carenza dei sistemi depurativi contribuiscono a far ammalare le acque.
Una media di 2,5 rifiuti ogni metro quadrato di spiaggia, per un totale di 2.183 rifiuti censiti su 20 arenili sui laghi Iseo, Maggiore, Garda, Trasimeno e Como monitorati nella prima indagine svolta da Legambiente, su protocollo Enea. Regina dei rifiuti la plastica, che si dimostra tra i materiali più trovati, con un percentuale del 75,5%. “Questo significa che il problema dell’invasione della plastica, non riguarda soltanto i mari e gli oceani, ma anche fiumi e laghi”, osserva Legambiente in chiusura della 13/a edizione della campagna Goletta dei Laghi, realizzata in collaborazione con il Consorzio Nazionale per la gestione, raccolta e trattamento degli oli minerali usati e Novamont, sulle principali criticità che minacciano i nostri laghi e i loro ecosistemi.
Dopo la plastica tra i materiali più presenti sulle sponde lacustri c’è il vetro/ceramica (10,3%), seguito da metallo (4,7%) e carta (4,1%). Il rifiuto più diffuso i mozziconi di sigaretta, a seguire i frammenti di plastica, i residui di materiali che hanno già iniziato il loro processo di disgregazione e poi bottiglie e pezzi di vetro (7,4). I laghi non sono dunque esenti dal problema delle microplastiche, “un inquinamento di difficile quantificazione e impossibile da rimuovere totalmente”, spiega l’associazione. Lo scorso anno proprio nel lago di Como venne trovata la maggiore densità media di microplastiche al chilometro quadrato: 157mila particelle.