Terminati gli interrogatori dei cinque ragazzini della baby gang arrestati e sentiti oggi dal giudice nel carcere minorile Beccaria, la prossima settimana toccherà agli altri imputati rispondere alle domande. Saranno sentiti infatti prima i sei giovanissimi per i quali il giudice ha deciso l’affidamento in comunità e nei giorni successivi i cinque minorenni per i quali è stato disposto l’obbligo di permanenza in casa, senza contatti con persone diverse dai familiari.
I 17 componenti della baby gang – un diciottesimo non risulta tra gli indagati perché ha meno di 14 anni e non è imputabile – sono accusati a vario titolo di rapina, estorsione, furto aggravato, ricettazione, resistenza a pubblico ufficiale e lesioni. I baby delinquenti avevano creato un clima di terrore, in particolare tra i coetanei. La banda spadroneggiava soprattutto in centro Como, ma in qualche caso ha colpito anche fuori dalla città. Fermati più volte dalle forze dell’ordine, non esitavano ad insultare, prendere in giro e persino minacciare poliziotti e carabinieri.
I cinque minorenni in carcere hanno scelto di rispondere alle domande del giudice. Ora si vedrà se anche gli altri, per i quali sono state decide misure restrittive meno drastiche, vorranno fare lo stesso. Dopo gli interrogatori, i legali difensori potrebbero chiedere un alleggerimento delle misure o presentare istanze ad esempio per chiedere che ai ragazzini coinvolti nell’indagine sia consentito di andare a scuola. Al momento, per tutti i ragazzini coinvolti la situazione resta quella sancita dall’ordinanza del tribunale dei minori di Milano eseguita mercoledì scorso. Un provvedimento che ha aperto una ferita profonda in città.