“Per i ragazzi è un disastro, siamo alla disperazione”. La chiusura a tempo indeterminato della piscina di Muggiò sta mettendo letteralmente in ginocchio le società sportive che si appoggiano all’impianto per allenamenti e corsi.
Non sta esagerando, il presidente della Como Nuoto Mario Bulgheroni, quando parla di “situazione disperata”. “Complessivamente, per le diverse società coinvolte parliamo di circa 1.200 bambini e ragazzi costretti a vagare da una piscina all’altra per poter nuotare. Molte famiglie stanno rinunciando all’attività sportiva dei figli perché la situazione è insostenibile”.
La piscina di Muggiò è chiusa dallo scorso mese di luglio e al momento non è possibile sapere quando le vasche saranno riaperte. Tradotto, circa 1.200 atleti piccoli e grandi che praticano nuoto, pallanuoto e nuoto sincronizzato non hanno più una struttura in cui allenarsi. “Ci siamo rivolti a tutti gli impianti delle province di Como, Varese e anche Milano – spiega Bulgheroni – Abbiamo ottenuto diverse disponibilità, ma naturalmente limitate per orari e spazi, senza dimenticare che le famiglie devono comunque adattarsi a portare i ragazzi in piscine anche a parecchi chilometri di distanza. Non tutti sono disposti a farlo, molti stanno rinunciando ai corsi. La nostra società sta sostenendo costi circa quattro volte superiori al normale, non possiamo continuare a lungo. Stiamo anche tenendo l’acqua più calda per continuare a usare la piscina all’aperto di Viale Geno”.
Vasca chiusa significa anche l’impossibilità di disputare le gare, in particolare per le squadre di pallanuoto, costrette a usare come campo casalingo gli impianti di Monza e Busto Arsizio. Senza dimenticare il capitolo dei nuotatori agonisti. “Abbiamo una quindicina di atleti ad altissimo livello – spiega Bulgheroni – Per loro è necessario un allenamento costante e abbiamo quindi ragazzini costretti a nuotare all’alba, dalle 6 alle 7.30 a Cantù prima di andare a scuola per poi allenarsi nuovamente nel pomeriggio peregrinando da un impianto a un altro a seconda delle disponibilità. E’ una situazione catastrofica”.