“Liberi tutti non è certo la soluzione al problema, Regione Lombardia ci ripensi”: è il monito lanciato in modo congiunto dai sindacati dopo la nuova ordinanza regionale che ha allentato le misure anti-contagio sui mezzi pubblici, permettendo di utilizzare tutti i posti a sedere e il 50% di quelli in piedi. Questo mentre il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha firmato un’ordinanza che ribadisce l’obbligo del distanziamento sui treni. Filt Cgil, Fit Cisl e Uilt Uil chiedono a Regione Lombardia di affrontare con misure straordinarie le condizioni del Trasporto Pubblico Locale.
“Il distanziamento è ancora oggi raccomandato dalle autorità sanitarie. – spiegano i sindacati – Con le attuali norme i numeri dei passeggeri sono in graduale crescita, il rischio è che si faccia un passo indietro sulla fiducia nell’utilizzare il mezzo pubblico, che oggi ancora viene usato al di sotto del 30%. Si tratta di una decisione che mette a rischio la salute di chi lavora e degli utenti. Una decisione – spiegano i sindacati – che non risolve i problemi strutturali di un sistema di Trasporto Pubblico che negli anni è stato depotenziato e che ora si misura con tutta l’inadeguatezza delle risorse e della capacità, mentre a settembre le scuole riapriranno e l’attuale sistema è del tutto insufficiente a far fronte ad un aumento del 40% dei passeggeri”.
“Le decisioni assunte dalla Regione Lombardia sono in linea con i risultati dei dati sanitari lombardi delle ultime settimane – spiega l’assessore regionale a Infrastrutture, Trasporti e Mobilità sostenibile Claudia Maria Terzi – E sono in linea con quanto stabilito dalle Regioni confinanti. Sorprende, quindi, che le forze di Governo contestino la nostra ordinanza. Le incertezze delle ultime ore segnalano una volta di più – prosegue Terzi -, la mancanza di una regia a livello nazionale in grado di affrontare la complessità dei problemi. Con le limitazioni al riempimento dei mezzi c’è il serio rischio che gli studenti nemmeno arrivino in classe, dato che non è realisticamente possibile moltiplicare il numero di autobus o treni. L’ordinanza di Regione Lombardia va nella direzione di dare risposte anche da questo punto di vista: – conclude Terzi – restiamo aperti al dialogo e alla volontà di trovare soluzioni condivise, ma non accettiamo attacchi strumentali e sconclusionati”.