Ieri la canonizzazione di Giovanni Battista Scalabrini. Questa mattina il cardinale Oscar Cantoni ha presieduto in Aula Paolo VI la messa di ringraziamento con i pellegrini presenti a Roma. Al termine si è tenuta l’Udienza con il Santo Padre Francesco.
Il vescovo di Como ha ricordato la figura di Scalabrini e ha fatto un parallelo con il buon samaritano della parabola evangelica. “Non solo ha commiserato i profughi, ma anche si è adoperato con ogni mezzo, anche presso i responsabili civili, perché non si sentissero abbandonati a un triste destino”, le parole del cardinale. “Si è mostrato una presenza vigile, propositiva. Ha favorito le condizioni perché i migranti fossero accolti dal nuovo ambiente di vita, soprattutto nelle comunità cristiane e fossero riconosciuti come un dono e una vera risorsa”.
Gli scalabriniani
“Abbiamo imparato a conoscere e amare il santo vescovo Scalabrini attraverso la presenza e l’impegno attivo di coloro che hanno seguito il suo progetto di vita nella sequela di Cristo. Si sono messi a disposizione dei migranti, accompagnandoli e sostenendoli con ogni sollecitudine. Sono le congregazioni dei padri e suore scalabriniane e le missionarie secolari scalabriniane. Ispirati da lui, hanno seguito il suo esempio. Figlie e figli primi che proseguono e sviluppano nel tempo le aperture profetiche del loro fondatore. Secondo le esigenze dei differenti contesti di vita, nei vari paesi del mondo, condividono una comune missione, quanto mai urgente e necessaria ancor oggi. Li ringraziamo per il loro impegno nell’aiutare e assistere i profughi e i migranti. Stimolano la società, le istituzioni a sostenere quanti hanno perso patria, famiglia, lavoro e dignità.
L’esortazione
“Avvertiamo, nello stesso tempo, per ritornare alla parabola evangelica, che anche ciascuno di noi può trovarsi ogni giorno davanti a una scelta: quella di essere un buon samaritano, oppure di reagire, nelle diverse situazioni, come viandanti che passano a distanza, senza compromettersi. Spesso anche noi non sappiamo scrollarci di dosso l’indifferenza, che dice estraneità, disinteresse, disimpegno – ha aggiunto Cantoni – L’esempio di san Giovanni Battista Scalabrini e dei suoi discepoli risvegli in tutti noi l’interesse per gli altri, il nostro prenderci cura gli uni degli altri, senza escludere nessuno. Tutti, infatti, siamo responsabili della “cultura dell’incontro”, l’unica capace di costruire un mondo più giusto e fraterno, un mondo migliore”.