L’assessore regionale alla Montagna, Massimo Sertori, in visita oggi a Como, interviene sul nuovo decreto che prevede la chiusura degli impianti di risalita, almeno fin dopo le feste.
“Credo che sia un errore. Il Dpcm precedente a quello che sarà varato oggi, prevedeva nelle zone cosiddette gialle -osservando determinati protocolli comportamentali-, l’apertura degli impianti di risalita.
Noi i compiti a casa li abbiamo fatti -sottolinea l’assessore valtellinese-, ci siamo confrontati con le associazioni di categoria, abbiamo fatto protocolli molto restrittivi per quanto riguarda l’utilizzo degli impianti di risalita, perché prima di tutto viene la salute. Nonostante questo, prima ancora di valutare questi protocolli, il presidente del Consiglio ha detto che comunque gli impianti non si aprivano. E’ un comportamento -continua Sertori- che io francamente faccio fatica a capire: mi sarei aspettato che, qualora questi protocolli comportamentali fossero troppo blandi, ci fosse stato un confronto per irrigidirli. Questo non è avvenuto e mi dispiace.
Certo è che non consentire l’utilizzo della “montagna”, questo vuol dire anche ristoranti, alberghi, maestri di sci, si intende tutta una filiera, è un po’ come chiudere i posti al mare nel mese di agosto.
Quindi -dichiara l’assessore regionale- se il governo ritiene che per motivi di salute questo non possa avvenire, contestualmente mi aspetto che porti avanti anche i ristori, perché qui stiamo parlando di intere filiere che rischiano il fallimento. Se noi pensiamo che nel contesto europeo abbiamo, ad esempio, la vicina Svizzera che invece gli impianti di risalita li riapre, oppure, dei ristori che danno addirittura l’80% del fatturato, mentre noi non sappiamo bene che cosa succederà, ecco -conclude Sertori- capite bene che questo clima di incertezza preoccupa moltissimo per il turismo in montagna”.