La protesta parte dai cittadini: nel mirino il sindaco di Como e le scelte dell’amministrazione in materia di scuola e servizi. La stessa potenza civica che ha sostenuto Alessandro Rapinese fino a portarlo alla guida di Palazzo Cernezzi ora sembra cambiare direzione. Un’ampia fetta di popolazione sta scendendo in piazza per farsi sentire. Al punto che tra le ultime manifestazioni organizzate è stata la politica ad affiancarsi e a sostenere iniziative nate tra residenti scontenti e associazioni. Gli esempi più recenti sono legati all’annunciata chiusura di alcuni plessi scolastici in città e alla protesta in programma sabato fuori dalla piscina di via del Dos, chiusa da ormai tre anni.
Per quanto riguarda le scuole, la primaria “Corridoni” in particolare, a dimostrazione della compattezza delle famiglie sul tema, arriva, a meno di una settimana dall’apertura (ne parlavamo qui), la sospensione della raccolta fondi online lanciata per sostenere le spese del ricorso al Tar contro la decisione di chiudere la scuola dal prossimo anno.
“In pochissimo tempo si è creata una vera rete di comunità e la città ha risposto in modo stupendo – scrivono sulla piattaforma gli esponenti di Costruttivamente Associazione Genitori Como Borgovico – Abbiamo già raccolto quanto serve per presentare il ricorso anche grazie all’aiuto di alcuni professionisti che ci hanno aiutato a diminuire le spese. Questo risultato – concludono – è la dimostrazione che insieme possiamo fare la differenza”. In totale raccolti 16.650 euro. Vedi qui i risultati raggiunti.
Protesta in via del Dos
Sabato mattina, invece, il punto di ritrovo sarà la piscina di via del Dos, impianto che era destinato – prima dello stop – anche alla riabilitazione e alle persone con disabilità oltre ad essere utilizzato per attività sociosanitarie e per l’acquaticità neonatale. L’edificio è al centro di un progetto di riqualificazione da 600mila euro anche se al momento non ci sono notizie aggiornate sull’avvio dei lavori. Il presidio, per chiedere una riapertura al più presto, vede in prima linea le associazioni. Al loro fianco ci saranno gli esponenti del Partito Democratico. Il segretario cittadino con il segretario del circolo del Como Sud, rispettivamente Daniele Valsecchi ed Enzo Cresta, annunciando la loro presenza parlano di “una situazione assurda che è l’emblema della gestione di questa amministrazione”. Sul tema è già attiva una petizione online su change.org sottoscritta da più di 400 persone.
E su via del Dos, in questo caso sul tema di esternalizzare la cucina, interviene la Lega di Como.
“Ancora una volta l’amministrazione dimostra di non avere rispetto per le persone con disabilità. La decisione di togliere la cucina interna al centro diurno disabili di via del Dos, presa dal vicesindaco e assessore ai Servizi Sociali Nicoletta Roperto, per affidare la preparazione dei pasti a una ditta esterna è una scelta priva di sensibilità e di attenzione verso chi vive già ogni giorno situazioni di grande difficoltà”. Così la segreteria cittadina della Lega di Como commenta la decisione del Comune dopo le proteste dei genitori degli ospiti del centro.
“Parliamo di persone con disabilità gravi e gravissime che necessitano di attenzioni specifiche, anche nell’alimentazione – si legge nella nota –. Eliminare le cuoche che conoscevano da anni i ragazzi e sapevano adattare i pasti alle loro esigenze, sostituendole con un servizio di ristorazione esterno, significa cancellare con un colpo di spugna una relazione di fiducia costruita nel tempo. È una mancanza di rispetto verso le famiglie e verso gli operatori che da anni garantiscono professionalità e umanità”.
“Le persone fragili meritano rispetto e maggiore attenzione – si legge infine –. L’Amministrazione sbaglia e chiediamo di ripristinare il servizio di cucina interna”.





