“Guarda benigno la nostra città. A te sono noti i suoi peccati e le sue virtù. Le sue ricchezze e le sue miserie. I suoi gesti di bontà e le sue debolezze. Veglia sulle nostre famiglie, sui quartieri, sulle scuole, sugli ospedali, sulle molteplici espressioni dell’operosità quotidiana”. Così il vescovo di Como, monsignor Diego Coletti, ha benedetto la città e i comaschi nel giorno del Venerdì Santo, uno dei momenti più intensi del Triduo Pasquale. Momento seguito oggi da quindicimila persone, che hanno preso parte alla processione o hanno aspettato in rispettoso silenzio il passaggio del corteo e del Crocifisso venerato in città dal XVIesimo secolo. Migliaia di comaschi dagli sguardi carichi di affetto, riconoscenza, fede e stupore, come ricordato dal vescovo, nella sua omelia. Partita dalla basilica di viale Varese alle 15, la processione quest’anno ha seguito il cosiddetto giro corto, senza passare dal lago. La benedizione alla città è arrivata così da via Milano, davanti all’anello del miracolo di San Bartolomeo. Lo stesso prodigio ricordato dalle catene spezzate tenute in mano dai bambini che hanno aperto la cerimonia.
Qualche minuto di interruzione, in viale Cattano, per consentire il soccorso di una signora colta da un malore, portata all’ospedale Valduce ma non in gravi condizioni. Poi il corteo è ripreso e il Crocifisso è tornato nella basilica della Santissima Annunciata, per l’omelia del vescovo, la benedizione finale e il bacio