<La sicurezza della casa antimafia è a rischio. Intervenga il governo>. Il caso della villa di Cermenate finisce sul tavolo del ministro dell’Interno, Angelino Alfano, per iniziativa del deputato comasco Nicola Molteni.
Il parlamentare del Carroccio ha depositato ieri un’interrogazione a risposta scritta per sollevare il gravissimo episodio che ha coinvolto la provincia di Como: a Cermenate confiscata alla criminalità organizzata è stata trasformata in una centro studi sociali contro le mafie. Un affronto, secondo la ‘ndrangheta, da vendicare con l’esplosivo: questo il piano di uno degli arrestati nell’ultima operazione contro la malavita organizzata di stampo calabrese presente sul territorio comasco. Ventisette persone arrestate la mattina del 18 febbraio, delle quali undici accusate di essere affiliate alla locale della ‘ndrangheta di Mariano Comense. Molteni riassume la vicenda, poi prospetta uno scenario allarmante: <Le infiltrazioni della grande criminalità organizzata in Lombardia sono da tempo note – scrive il deputato – è quindi presumibile che ci siano pericolosi elementi a piede libero in grado di portare a compimento l’odiosa missione prefigurata contro la villa di Cermenate>. Non solo: <la sicurezza della villa – aggiunge Molteni – è tuttora a rischio, in ragione del suo elevatissimo valore simbolico, e della certa presenza nell’area di altre persone disposte ad attaccarla e distruggerla>.
Perciò, il parlamentare comasco chiede <quali misure il governo intenda assumere per proteggere la villa di Cermenate sottratta alla criminalità organizzata>.