Libertà di movimento di giorno (per le persone autorizzate) ma con unico obbligo di rientro entro le 22.30; colazione, pranzo e cena ogni giorno, ovviamente oltre alla disponibilità di letti e docce; assistenza medica e informazioni utili di carattere legale sulla richiesta d’asilo; e infine la garanzia nero su bianco che il campo di via Regina, nell’ex Rizzo, “non sarà in nessun caso un luogo di detenzione o, peggio, di deportazione”.
Sono questi i capisaldi del breve regolamento diffuso dalla Croce Rossa in italiano, inglese e francese per il centro di accoglienza che probabilmente aprirà il 15 settembre prossimo. Si tratta di un agile vademecum nel quale viene ricordato che “potranno essere ospitati tutti (uomini e donne) e che le famiglie non saranno separate”.
Nel centro, inoltre, i migranti avranno la possibilità di “ricevere ogni tipo di informazione utile sui diritti nel sistema di accoglienza italiano” ed è assicurato “un periodo di tempo all’interno del quale si potrà liberamente scegliere se richiedere asilo in Italia” oppure se inserisci nel “circuito dell’accoglienza”.
Ribadite in due punti le rassicurazioni sul fatto che il centro di via Regina non sarà un campo simile a un carcere: “Tanto la Croce Rossa quanto la Caritas gestiscono in tutta Italia luoghi per richiedenti asilo – si legge nel documento – In nessun caso luoghi dove viene prevista la “deportazione” fuori dal territorio nazionale, garantendo ai migranti tutte le forme di assistenza legale nel rispetto dei diritti di ciascuno”.
non riesco a comprendere il motivo che si debba aiutare della gente che si accampa senza alcuna regola e creare strutture illegali. ci sono regole: mi spiace per quei disperati ma ne abbiamo anche di italiani che versano in difficoltà e prima , secondo la mia opinione, sono gli italiani che vanno aiutati. per legge quasi tutte quelle persone non hanno alcun diritto di rimanere sul suolo italiano.
Non è così. Quelle persone, sono innanzitutto esseri umani. Devono essere identificate per potere stabilire se hanno diritto all’asilo. Se hanno diritto all’asilo vanno trattate secondo la Convenzione di Ginevra, cui anche l’Italia ha aderito. Dire che debbano essere aiutati prima gli italiani non ha alcun senso: va aiutato chi è in difficoltà. Secondo quanto stabiliscono i trattati internazionali. Come è giusto che sia. Se no è un po’ come dire: mi interessa solo quel che succede nel giardino di casa mia.