Clima rovente in Asf ed ennesima spaccatura tra Cgil e Cisl per la disdetta dell’azienda di 18 accordi sindacali sulla produttività dei lavoratori. Un provvedimento con effetto già sugli stipendi del mese di settembre e destinato – secondo i calcoli della Cgil – a decurtare i salari di cifre comprese tra i 200 e i 260 euro.
Ma non è finita qui: perché nel tentativo di comporre la frattura, Asf ha presentato una proposta di nuovo accordo che in parte permetterebbe ai dipendenti di riottenere in busta i soldi acquisiti nel tempo pur cancellando ogni compenso di produttività per i neoassunti a partire dal 2016. E su questo documento, che sarà oggetto di referendum tra i lavoratori a ottobre, la Cgil (anche all’interno della Rsu) è schierata convintamente per il “no” mentre la Cisl è apertamente favorevole. Due posizioni diametralmente opposte che segnano l’ennesima frattura tra le due sigle.
“Noi riteniamo l’accordo irricevibile e penalizzante per le nuove generazioni – spiega Marco Fontana, segretario provinciale Filt Cgil Como – È impensabile e impossibile firmare».
“Inviteremo a votare no, pensiamo un atto arrogante, prepotente e meschino – aggiunge Pasquale Vasta, coordinatore Rsu Cgil –. Si colpiscono i lavoratori, mettendo in difficoltà le loro famiglie. Stiamo parlando di un’azienda con 4 milioni e mezzo di utili nel 2015, per il 51% pubblica e per il 60% con finanziamenti pubblici”. La questione è già al centro di una vera e propria vertenza tra le parti, con un faccia a faccia Cgil-Asf programmato per il 4 ottobre e, nel caso probabile di insuccesso, il passaggio della questione alla prefettura e l’eventuale indizione di scioperi e lotte.
Ma come detto, la Cisl ha una posizione diametralmente opposta sulla questione. E con una nota sottolinea che l’accordo riconosce agli assunti fino all’agosto 2016 la totalità o almeno una parte delle some maturate come produttività nel corso degli anni e per gli assunti da settembre i premi di risultati, di presenza e altre voci. “La Fit Cisl – si legge nel comunicato con una punta di veleno verso la Cgil – l’ipotesi accordo con l’azienda porta al massimo risultato ottenibile e per questo al referendum va sostenuta stando sui fatti e sui risultati concreti, non sulle illusioni”.
La spaccatura sindacale è servita.