Ogni notte “spariscono” da Como tra i 7 e i 60 migranti. Il dato, che presenta forti oscillazioni di volta in volta si evince dal report della Croce Rossa inoltrato al Comune di Como e relativo alla settimana compresa tra il 10 e il 16 ottobre scorsi. Un intervallo di tempo breve ma ritenuto significativo anche sul periodo complessivo di apertura del campo di via Regina.
Il caso più clamoroso riguarda il 15 ottobre. Quel giorno nel centro erano presenti 240 migranti registrati ed entro sera ne arrivarono altri 42. Eppure il giorno successivo, le presenze ufficiali censite nel centro scesero a 222, con ben 60 migranti mai rientrati nella struttura. Spariti.
Esattamente come accaduto negli altri giorni della settimana presa in considerazione, con mancati rientri oscillanti tra le 7 persone e le 25.
Dove finiscono i migranti che non tornano in via Regina? Questo è sostanzialmente un mistero, o quantomeno non c’è alcuna prova concreta sulla rotta intrapresa. Alcuni probabilmente tornano verso Milano, altri forse provano la via Svizzera, un’estrema minoranza ha nel frattempo ottenuto lo status di rifugiato con le relative conseguenze.
Ma in queste ore, un altro fronte è tornato a essere caldissimo. E’ quello dei minori non accompagnati, nuovamente tornati vicini a quota 200 in città, suddivisi quasi equamente tra presenze in via Regina e in altre strutture individuate tramite il Comune.
C’è profonda irritazione a Palazzo Cernezzi per le mancate risposte della Prefettura alla lettera inviata lo scorso 24 settembre dal sindaco Lucini e dall’assessore Magatti. “Per noi oggettivamente impossibile estendere la capacità di accoglienza”, avevano scritto nel documento con cui si invitava via Volta a preparare nuove strutture per i minori per evitare il collasso. Non è accaduto nulla.