Braccio di ferro tra pendolari e Trenord. Clienti e azienda si “parlano” da giorni tramite lettere infuocate: da una parte, i viaggiatori lamentano disagi, ritardi e disservizi, dall’altra, Trenord para e respinge le accuse.
Dopo il primo round di settimana scorsa, i pendolari tornano alla carica con una nuova lettera. E sono tanti: la firma è dei tre rappresentanti dei viaggiatori alla conferenza regionale del Trasporto Pubblico Locale, ma i contenuti vengono condivisi e sottoscritti da quindici comitati locali di tutta la Lombardia, tra i quali i pendolari della Como-Milano e della Como-Lecco.
Trenord aveva dato la colpa delle soppressioni di giugno all’ondata di caldo che avrebbe causato guasti ai treni più vecchi. Rispondono i pendolari: “Il problema “temperatura” è difficile da sostenere in una regione dove non è infrequente superare i 30° durante i mesi estivi. E se il problema “è concentrato nelle due settimane colpite dal caldo torrido”, perché le cancellazioni sono continuate nella settimana dal 26 giugno, quando i temporali hanno drasticamente abbassato la temperatura?”, si chiedono i pendolari, che nella prima lettera imputavano i disagi, oltre che a scarsa manutenzione, anche alla carenza di personale. Accuse alle quali Trenord aveva risposto elencando il piano assunzioni. “Come dire – replicano i pendolari – il personale non manca ma stiamo assumendo 200 persone. Ma allora il personale manca. Mancano appunto 200 persone per coprire i turni”.
“Auspichiamo che le risorse di Trenord vengano d’ora in avanti orientate al tentativo di soluzione dei problemi reali – concludono i rappresentanti dei viaggiatori – anziché all’architettura di un sistema di replica alle sofferenze dei viaggiatori che esprimono il “termometro” della situazione reale”.