Udienza ad alta tensione, oggi, al processo paratie. Gli avvocati della difesa si sono duramente scontrati con il Collegio e anche con il pm Pasquale Addesso.
L’udienza che si era aperta già con dei malumori da parte delle difese per la richiesta del presidente del Collegio giudicante di accorciare le liste dei testimoni per esigenze processuali, visto il rischio di un cammino troppo lungo per arrivare alle conclusioni e alla sentenza. Una richiesta, quella del taglio dei testimoni, che le difese hanno interpretato come minor possibilità di far valere le proprie tesi di fronte a quelle della pubblica accusa. Fervore che è poi andato in crescendo ora dopo ora fino a registrare scambi molto accesi sia, come detto, nei confronti del pubblico ministero sia dello stesso Collegio.
l’intercettazione
Tra una arrabbiatura e l’altra, tra una domanda ammessa e le molte non ammesse, c’è stato modo anche di entrare nel cuore della vicenda. Tra i punti toccati c’è stata la critica della difesa di Pietro Gilardoni, dirigente del settore Reti all’epoca dei fatti contestati, sulla trascrizione di una intercettazione ambientale, quella della frase (pesante) «dell’appalto me ne sbatto», pronunciata nei giorni post rilievi avanzati da Anac. Secondo l’avvocato Luisa Scarrone in realtà la frase pronunciata sarebbe stata «l’ho già fatto me ne sbatto», versione che secondo la difesa darebbe un tono diverso allo scambio di battute.
Regione lombardia
Un altro punto toccato dalle difese – in merito alle paratie – è stato quello del ruolo di Regione Lombardia. Nella precedente udienza il maresciallo della Tributaria aveva riferito di due pareri dell’organismo di sorveglianza della Regione che avanzavano dubbi sulla perizia di variante voluta dalla giunta Lucini per tentate di completare l’opera. Pareri che però furono “superati” da una determina della stessa Regione. «Non vi insospettì questa cosa? Non c’erano elementi per andare a fondo?», hanno chiesto le difese al testimone.
Si torna in aula il 18 ottobre prossimo.