Aperture domenicali, nell’acceso dibattito tra sostenitori e contrari, che ha visto nelle scorse ore un confronto acceso in riva al Lario tra Concommercio e Confesercenti, interviene oggi Federdistribuzione che – nelle sue riflessioni – parte dalla contrarietà espressa a gran voce dalle organizzazioni sindacali.
“Ci permettiamo però di fare qualche considerazione, basata anche su numeri – spiega Giovanni Cobolli Gigli, Presidente di Federdistribuzione – In Italia lavorano 4,7 milioni di persone la domenica. Oltre a chi lavora nei servizi essenziali (come ospedali e trasporti) vi sono anche 690.000 persone in alberghi, bar e ristoranti, 330.000 nell’industria. Eppure nessuno protesta o si indigna per questi lavoratori. Perché questo faro puntato solo sul commercio? – si chiede il numero uno dell’associazione – Che differenza c’è tra una donna che serve ai tavoli di un ristorante e una commessa di un supermercato? In entrambi i casi non si parla di servizi essenziali ma di attività che rendono più piacevole la domenica e consentono una migliore gestione del proprio tempo libero”.
Federdistribuzione a questo punto è ancor più chiara: “Chi chiede la chiusura dei negozi la domenica deve avere il coraggio di farlo anche per pizzerie, ristoranti, bar, cinema – si legge nella nota diffusa dall’associazione – Deve chiederlo anche per i negozi nei comuni turistici e nelle città d’arte, dove turisti stranieri e italiani girerebbero così per centri città spettrali con tutte le saracinesche abbassate”.
Quindi le conclusioni chiarisce ancora Cobolli Gigli. “Vogliamo un commercio coerente con le nuove abitudini d’acquisto e consumo delle famiglie, che danno sempre più spazio all’e-commerce, una vetrina aperta 7 giorni su 7 e 24 ore su 24” conclude il Presidente di Federdistribuzione.