Per la ripresa dei negoziati con l’Italia sulla fiscalità dei frontalieri Berna attende che a Roma si formi il nuovo governo. Lo ha dichiarato il consigliere federale Ignazio Cassis durante l’incontro con i consiglieri di Stato del Canton Ticino che si è svolto giovedì a Bellinzona. Cassis – ticinese figlio di italiani – dirige il Dipartimento federale degli Affari esteri e dunque è il ministro degli Esteri della Confederazione elvetica. E proprio i rapporti, spesso conflittuali, del Ticino con l’Italia e, in particolare, con la Lombardia, sono stati al centro del vertice di Cassis con i rappresentanti del governo di Bellinzona.
Secondo quanto riportato dal “Corriere del Ticino”, il consigliere federale ha ammesso che con l’Italia esiste una situazione sicuramente non facile. La revisione dell’accordo sull’imposizione fiscale a carico dei frontalieri, ha dichiarato Cassis, «non troverà un suo compimento fino alla formazione di un nuovo governo a Roma». Sul rinnovo dell’intesa fiscale pesa anche la richiesta svizzera di ottenere da Roma libertà d’azione in Italia per gli operatori finanziari elvetici, ticinesi in particolare. Il presidente del governo di Bellinzona, Maurizio Bertoli, ha ricordato al ministro Cassis che il Ticino «auspica che si possa arrivare a una soluzione non penalizzante sull’accesso ai mercati finanziari italiani».
Infine, il tema delle chiusure notturne dei valichi secondari di frontiera, provvedimento adottato in via sperimentale dal governo ticinese per contrastare i raid della malavita proveniente dalla Lombardia. «La misura non ha avuto un impatto numerico sulla delinquenza», ha precisato Cassis. Il ministro ha poi annunciato che, d’intesa con il Dipartimento federale delle finanze, nelle prossime settimane proporrà al Consiglio federale un documento per decidere quali misure adottare sulla chiusura dei valichi.
In generale, l’obiettivo di Cassis, stando alle sue dichiarazioni riportate dal “Corriere del Ticino”, è quello di «riuscire a normalizzare e a rendere migliori i rapporti tra Ticino e Lombardia, e tra il Cantone e l’Italia, uscendo dal dramma psicologico nel quale viviamo da oltre dieci anni. Una situazione che non va bene tra vicini che hanno relazioni commerciali molto forti».