Crisi di Campione d’Italia: il sindaco e i dipendenti del casinò fallito hanno più volte chiesto l’intervento della politica.
Ieri il deputato lariano di Fratelli d’Italia, Alessio Butti, ha rappresentato la drammatica situazione dell’enclave al presidente della Camera Roberto Fico e ai deputati.
Dopo aver spiegato in breve il legame tra il Comune e il casinò, unica grossa fonte di reddito della comunità, Butti ha dato le dimensioni del problema: “500 persone sono senza stipendio e lavoro. In Comune lavorano oltre 100 dipendenti, a fronte di un organico previsto di 20 dipendenti, e quindi si suppone vi sia lo spettro della mobilità per almeno 80 dipendenti. I dipendenti del casinò – ha detto Butti ni aula – si sono autoridotti da tempo lo stipendio, quelli comunali non lo percepiscono da oltre otto mesi. Ci sono delle responsabilità storiche? Certamente sì, soprattutto per quanto riguarda la gestione della casa da gioco, eccezion fatta per il tentativo prodotto nell’ultimo anno da un ottimo manager sul cui cammino, però, si sono frapposti ostacoli insormontabili.
Urge una soluzione politica- conclude Butti – che restituisca lavoro a chi l’ha perso, che vari una nuova politica dei redditi a Campione, che riequilibri i trasferimenti statali e che conferisca al Comune di Campione, la facoltà di mettere a gara la gestione del casinò”
Mi sembra strano anche che l’On. Butti non capisca che, vista la convenzione e la legge Madia 2016 sugli Enti Pubblici, l’unica cosa che potrebbe fare il Governo è attendere che il sindaco, giunta e consiglio comunale diano le dimissioni in modo che possa giungere un commissario in comune che per 5 anni gestisca la pubblica amministrazione comunale e arrivino anche dei commissari a gestire il casinò.
Inoltre sarebbe interessante sapere cosa ne pensa della mancata erogazione degli stipendi ai dipendenti pubblici da oltre 7 mesi. Non ho sentito né letto commenti. Ma vabbè.
Poi vorrei sapere se la LEGGE 11 agosto 1991, n. 272, interpretazione autentica del terzo comma dell’articolo 34 del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 601, per i residenti a Campione d’Italia. (GU Serie Generale n.199 del 26-08-1991) sia ancora valida, e se è giusto che sia stata abrogata da una semplice amministrazione comunale. Nello specifico il Comune di Campione d’Italia ha abrogato questa legge di stato.
Sarebbe interessante avere una risposta. Ma immagino che sia meglio rivolgersi al TAR
ah no, lo ha detto dei dipendenti comunali. Ritiro
Ma non ritiro la domanda sulla legge di Stato inerente alle integrazioni per differenza cambio sulle prestazioni previdenziali ai cittadini pensionati di Campione d’Italia
La legge c’è già. La concessione rilasciata dal Ministero dell’interno, prevede il trasferimento di risorse in misura pari al 37 percento dei ricavi annui del casinò alle casse comunali; è infatti lo stesso atto costitutivo a stabilire che il casinò di Campione è autorizzato « al fine principale di consentire al Comune di conseguire il pareggio del bilancio »”.
La passata amministrazione non ha seguito le direttive del Ministero degli Interni, l’attuale amministrazione si è trovata con un buco profondo come la fossa delle Marianne, ma approvando il piano di rientro, che poi è stato ampiamente bocciato sia dal Commissario che dal Tribunale Fallimentare, non avrebbe di fatto rispettato quella norma per cui il comune ha ricevuto la licenza dal Ministero degli Interni per gestire la casa da gioco.
https://casino.gioconews.it/sindacale-2/48088-bortoluzzi-rsu-cgil-casino-campione-riaprire-subito-stiamo-perdendo-troppi-soldi
su questo articolo il rappresentante RSU della casa da gioco afferma che hanno portato i costi, dopo i “vari tagli” a 40 milioni, l’anno scorso il casinò ne ha incassati 91 mio, sempre su gioconews si trovano le tabelle. Si può sapere che fine hanno fatto allora i rimanenti 51 mio? Non si capisce.
Torno a ripeterlo, la convenzione creata nel 2014 tra Comune e Socio unico blocca tutto in caso di fallimento, la legge Madia del 2016 per gli Enti Pubblici non consente all’ente di poter gestire nuovamente la casa da gioco. L’unica cosa che si può fare per riaprire il casinò è per questa amministrazione di presentare in Prefettura le proprie dimissioni, in massa, solo così il Governo centrale potrà mandare un commissario che amministri il comune per 5 anni e si avrà la possibilità di far arrivare un altro commissario per gestire il casinò. Cavoli! non è difficile da capire, e c’è anche poco da cavillare. Le leggi sono quelle. Punto!