La bufera che da settimane imperversa a Palazzo Cernezzi, sede del Comune di Como, sembra non essere ancora finita. Il segretario generale del Comune di Como, Andrea Fiorella, ha lasciato l’amministrazione. Il motivo della decisione la difficoltà nell’organizzazione della macchina comunale. “Sono un professionista se non riesco a lavorare come vorrei è meglio andare via”, ha detto Fiorella. “Questa amministrazione si porta dietro una zavorra enorme, tantissimi ritardi e arretrati – continua – Non voglio creare polemiche ma credo che si abbia più coraggio a lasciare che rimanere”. Ad intervenire sono i sindacati. Il segretario generale della Uil, Vincenzo Falanga, ha diffuso una lettera aperta rivolta al futuro segretario comunale che sostituirà Fiorella e in cui fa il punto sulla situazione che sta attraversando l’amministrazione.
“Dicono che il Comune di Como non funzioni più noi siamo convinti che abbia bisogno “di qualcun o che lo faccia funzionare e che abbia tanto coraggio – si legge nella nota – il Comune ha delle potenzialità importanti da tutti i punti di vista, pertanto, occorre pensare a “rimettere” in moto un motore che sembrava aver riavviato il proprio meccanismo ad inizio di questa legislatura. Non possiamo più permetterci di affrontare superficialmente i problemi e non possiamo più correre il rischio di restare fermi, perché così facendo danneggiamo il personale e i Cittadini tutti”. Infine l’appello affinché si possa trovare una stabilità per riuscire a lavorare in clima più sereno. “La macchina comunale ha bisogno di una “guida” che sappia dare il giusto input “motivazionale” ma che sappia indirizzare sul giusto binario i Settori Comunali, cercando di ottimizzare e semplificare l’apparato burocratico, anche allo scopo di ottimizzare i processi lavorativi e le risorse umane impiegate – scrive Falanga – A tutto ciò è comunque necessario ripristinare un “clima lavorativo” più sereno e che sia capace di “valorizzare” il capitale umano. Abbiamo tutti bisogno di risposte anche di quelle che magari per noi sono un po’ scomode, ma che siano certe e definitive rispetto alla risoluzione di problematiche”.