L’annullamento della sentenza di fallimento del casinò di Campione d’Italia non spiana la strada alla rapida riapertura della casa da gioco. Anzi, paradossalmente sembra prospettare l’esatto contrario. Contro la sentenza pronunciata ieri dalla Corte d’Appello civile di Milano infatti, potrebbero essere presentati uno o più ricorsi. La vicenda dunque potrebbe approdare anche alla Cassazione e questo si tradurrebbe in un allungamento dei tempi per arrivare ad ottenere un nuovo, definitivo, pronunciamento.
La clamorosa decisione della Corte d’Appello è legata di fatto a una contestazione sulla procedura seguita dal Tribunale di Como, che per il giudice milanese ha <violato il diritto costituzionale di difesa> perché, in sintesi, ha <negato l’audizione del debitore>, ovvero della stessa società di gestione del casinò, dichiarando poi inammissibile la richiesta di concordato. Nella stessa sentenza, la Corte ha invece confermato che la società può fallire.
La sentenza ha accolto i reclami presentati dal Comune di Campione, socio unico della casa da gioco e dalla Banca Popolare di Sondrio, uno dei creditori. Ora, gli stessi ricorrenti, così come il Tribunale di Como e i curatori fallimentari che hanno gestito la situazione dal luglio scorso a oggi hanno trenta giorni di tempo per presentare un eventuale ricorso in Cassazione. Ad oggi, alla luce della sentenza sembra difficile credere che, tra i soggetti interessati non verrà presentato almeno un ricorso. Un’eventualità che lascerebbe spazio ad un rinvio a data da destinarsi – mesi, o addirittura anni – per arrivare a una risposta definitiva.
La speranza di ripartire, per il casinò, resta dunque legata all’ipotesi, per quanto meno probabile, che non siano presentati ricorsi. In questa eventualità, scaduto il termine dei trenta giorni la società di gestione potrebbe ripartire presentando nuovamente la proposta di concordato e provando a riaprire la casa da gioco, partendo dagli 8 milioni e mezzo circa che erano presenti nelle casse della casa da gioco quando, il 27 luglio scorso, il Tribunale di Como ha sancito il fallimento.