«Lottiamo giorno per giorno perché sappiamo che la libertà non può essere elargita dagli altri. Non vi sono liberatori. Solo uomini che si liberano»: queste le parole del partigiano comasco Teresio Olivelli citate oggi dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel suo intervento a Vittorio Veneto alla cerimonia commemorativa del 74° anniversario della liberazione. “La Resistenza, con la sua complessità, nella sua grande attività e opera, è un fecondo serbatoio di valori morali e civili. – ha detto il presidente della Repubblica – Ci insegna che, oggi come allora, c’è bisogno di donne e uomini liberi e fieri che non chinino la testa di fronte a chi, con la violenza, con il terrorismo, con il fanatismo religioso, vorrebbe farci tornare a epoche oscure, imponendoci un destino di asservimento, di terrore e di odio. A queste minacce – ha detto Mattarella – possiamo rispondere con le parole di Teresio Olivelli, partigiano, ucciso a bastonate nel lager di Hersbruck”. Olivelli, proclamato Beato nel febbraio del 2018, nacque a Bellagio nel 1916. Cresciuto a Mortara, in gioventù Olivelli simpatizzò per il fascismo, poi ne prese le distanze dal 1941 e nel ‘43 partì volontario come sottotenente degli alpini per la campagna di Russia. Al rientro in Italia, si rifiutò di giurare fedeltà alla Repubblica di Salò, fu arrestato e deportato in Austria, da dove riuscì a fuggire. Si unì allora alle formazioni della Resistenza cattolica, con un ruolo di sostegno morale più che militare. Arrestato a Milano il 27 aprile 1944, finì a San Vittore, quindi fu deportato ai lager di Fossoli e Flossenburg per essere infine inviato al campo di sterminio di Hersbruck. Qui morì il 17 gennaio 1945, a soli 29 anni. La chiesa ha riconosciuto il suo martirio.