Oltre 1.300 cinghiali abbattuti dall’inizio dell’anno in provincia di Como, il dato più elevato della regione Lombardia, dove complessivamente i numeri degli ungulati eliminati sono aumentati in modo esponenziale, passando dai 1.800 dello scorso anno a un totale di 3.165.
La presenza dei cinghiali, da tempo sul Lario ha assunto i caratteri di un’emergenza, con danni ingenti denunciati da agricoltori e allevatori ma anche con la segnalazione di ungulati che si sono spinti fino ai centri abitati, compreso il capoluogo.
“Grazie alla caccia di selezione e alle azioni messe in campo dalla regione Lombardia gli abbattimenti di cinghiali sono quasi raddoppiati” ha detto l’assessore all’Agricoltura Fabio Rolfi in aula, rispondendo in Commissione a un’interrogazione presentata dal consigliere comasco del Pd Angelo Orsenigo e sottoscritta da numerosi esponenti Dem.
”Noi crediamo convintamente nel ruolo del cacciatore come operatore di tutela dell’ecosistema – ha detto Rolfi – I cinghiali, se in sovrannumero, sono un problema per l’agricoltura e per la sicurezza delle persone. La questione è sempre più diffusa sul territorio e necessita di risposte concrete come quelle che sta dando regione Lombardia. Oltre alla caccia è necessario implementare l’azione di contenimento la cui competenza è per legge nazionale della Polizia provinciale”. Su questo tema non tutte le polizie provinciali collaborano e come già ribadito anche in alcune occasioni nel prossimo futuro segnaleremo alle prefetture competenti i casi di inadempienza di fronte a situazioni di presenza di cinghiali in ambito urbano dove la caccia non può essere esercitata ed è necessario l’intervento della polizia competente”, ha aggiunto Rolfi.
Nel dettaglio, dall’inizio dell’anno in provincia di Como sono stati abbattuti 137 capi nell’ambito delle attività di controllo e 1.200 come caccia di selezione. Dal 2 novembre si aprirà anche la caccia collettiva.