Chiusura di tutte le attività commerciali al dettaglio, ad eccezione di quelle relative ai servizi di pubblica utilità e alla vendita di beni di prima necessità. La proposta è stata formalizzata oggi al Governo dal presidente della Regione, Attilio Fontana, in accordo con i sindaci della Lombardia, e contiene le ulteriori misure per contrastare la diffusione del Covid-19. Il documento prevede la chiusura di tutti i centri commerciali, degli esercizi commerciali presenti al loro interno e dei reparti di vendita di beni non considerati di prima necessità. Restano aperte le farmacie, le parafarmacie e i punti vendita di generi alimentari. Chiusura, invece, per bar, pub, ristoranti di ogni genere, attività artigianali di servizio, compresi parrucchieri ed estetisti, ad eccezione dei servizi emergenziali e di urgenza. Stop anche per gli alberghi, gli ostelli e gli agriturismi, escluse le strutture individuate come necessarie all’espletamento delle attività di servizio pubblico. Chiusura anche di tutti i servizi terziari e professionali, ad eccezione di quelli legati alla pubblica utilità.
“Per quanto riguarda le restanti attività produttive – si legge nel documento inviato dalla Regione al Governo – si comunica altresì che è già stato raggiunto un accordo con Confindustria Lombardia che provvederà a regolamentare l’eventuale sospensione o riduzione delle attività lavorative per le imprese. Sono in via di definizione ulteriori accordi con le associazioni di categoria – si spiega ancora nella proposta – per definire misure contenitive specifiche aggiuntive”. Le richieste andrebbero ad integrare il decreto entrato in vigore l’8 marzo. “Si tratta di iniziative che consideriamo indifferibili – commenta il presidente Fontana – sulla base dei dati scientifici in nostro possesso e già comunicati ieri pomeriggio al Governo, nel corso della riunione con i ministri Boccia e Speranza e con i presidenti delle Regioni, oltre che all’Istituto Superiore di Sanità”.