E’ entrato in vigore il nuovo decreto “chiudi Italia”, preannunciato dal premier Giuseppe Conte nella tarda serata di sabato e poi firmato ieri. Il provvedimento ferma tutte le imprese non essenziali, anche se è previsto un lungo elenco di attività che possono proseguire, naturalmente rispettando le prescrizioni di sicurezza già previste anche dagli accordi precedenti.
Il nuovo decreto ha creato qualche attrito tra Governo e Regione e nella tarda serata di ieri il presidente lombardo Attilio Fontana, ha dichiarato: “Rivolgendomi a tutti i lombardi, dico loro di considerare valida e efficace l’ordinanza che ho firmato ed emanato per tutta la nostra regione. Nella stessa sono contenuti elementi certi e chiari, sia dal punto di vista delle prescrizioni, sia per quanto riguarda le tempistiche”.
Sabato sera infatti, lo stesso Fontana ha firmato un’ordinanza con misure restrittive, che prevede la sospensione dell’attività degli uffici pubblici, fatta salva l’erogazione dei servizi essenziali e di pubblica utilità; la sospensione delle attività artigianali non legate alle emergenze o alle filiere essenziali; la sospensione di tutti i mercati settimanali scoperti; delle attività inerenti ai servizi alla persona; la chiusura delle attività degli studi professionali salvo quelle relative ai servizi indifferibili e urgenti o sottoposti a termini di scadenza; la chiusura di tutte le strutture ricettive ad esclusione di quelle legate alla gestione dell’emergenza; il fermo delle attività nei cantieri edili; la chiusura dei distributori automatici h24 che distribuiscono bevande e alimenti confezionati; il divieto di praticare sport e attività motorie svolte all’aperto, anche singolarmente.
Restano aperte le edicole, le farmacie, le parafarmacie, ma deve essere in ogni caso garantita la distanza di sicurezza interpersonale di un metro. Ai supermercati, alle farmacie, nei luoghi di lavoro, a partire dalle strutture sanitarie e ospedaliere, si raccomanda a cura del gestore/titolare di provvedere alla rilevazione della temperatura corporea.
Le nuove norme prevedono il divieto di uscire dal proprio comune di residenza se non per comprovati motivi e prevedono un inasprimento delle sanzioni, con un’ammenda fino a 5mila euro per eventuali assembramenti.