Il ricordo delle vittime (con un minuto di silenzio e con parole commosse), il ringraziamento a chi è in prima linea, il lavoro di ogni singolo settore portato avanti in queste difficili settimane.
Sì è aperto così la seduta del consiglio comunale di Como ieri sera, con l’informativa del sindaco, Mario Landriscina, che purtroppo ha riservato ancora numeri e notizie poco confortanti anche per il futuro. In primis il dato che ha visto raddoppiare i decessi a marzo 2020 rispetto allo stesso periodo degli ultimi anni.
E su tutto è deflagrata con forza l’emergenza sociale e i numeri delle nuove povertà – si parla di oltre 3mila nuovi poveri – che si sono andati drammaticamente a sommare a quanti già vivevano in condizioni al di sotto della soglia di sopravvivenza. I mesi di stop totale delle attività, le difficoltà nel poter lavorare con continuità, oltre all’emergenza sanitaria che ha colpito molti comaschi, hanno portato «diversi nuclei familiari che già vivevano al limite a ritrovarsi in un attimo sotto la linea di galleggiamento, di sopravvivenza», ha detto il sindaco nel suo lungo e articolato intervento in apertura della seduta dove ha innanzitutto reso conto di quanti buoni spesa siano già stati erogati e quanti siano invece in fase di determinazione.
«Ne sono stati assegnati 431 con una spesa complessiva di circa 160mila euro fino ad oggi – ha detto – A fronte di 242 domande rigettate. Ma le domande protocollate sono circa altre mille e se moltiplichiamo ogni domanda per una media di 3 persone per famiglia, arriviamo a 3mila persone». Un calcolo ben inquadra le dimensioni di un fenomeno che sta emergendo e che in futuro potrebbe ancora ingrandirsi. «Tremila persone che rientrano tutte nelle nuove povertà, che si sommano a quelle precedenti, questo mi inquieta – ha aggiunto il primo cittadino – Sono famiglie che prima avevano un reddito. Intanto – conclude – in settimana chiuderemo la raccolta delle ultime domande». Una realtà decisamene cupa che non potrà che spingere il Comune «a mettere anche fondi propri per soddisfare la domanda, a meno che lo Stato non stanzi altre risorse per i municipi a questo scopo preciso», aggiunge Landriscina riferendosi ai 440mila euro destinati nelle settimane scorse dal Governo a Como.