Estendere il numero dei tamponi e definire una soglia minima giornaliera di 250 test ogni 100mila abitanti: è il monito lanciato dalla Fondazione di cultura e informazione scientifica Gimbe, che sulla base di un’analisi dei dati forniti dalla Protezione civile negli ultimi 14 giorni, conferma quanto nella Fase 2 dell’emergenza coronavirus serva una strategia di testing esteso, in particolare in una regione come la Lombardia, che si colloca nella classe 4, tra quelle che effettuano tra i 60 e i 99 tamponi al giorno per 100mila abitanti. Nonostante il costante alleggerimento del carico su ospedali e terapie intensive delle ultime settimane e il rallentamento sul fronte di contagi e decessi, il numero dei nuovi casi, secondo il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, può essere soggetto a distorsioni in quanto “è influenzato dal numero dei tamponi eseguiti dalle Regioni”.
L’analisi indipendente realizzata dalla Fondazione fornisce tre evidenze: conferma che circa 1/3 dei tamponi è “di controllo”, ossia viene effettuato sullo stesso soggetto per confermare la guarigione virologica o per altre necessità di ripetere il test; in secondo luogo che il numero di tamponi per 100mila abitanti al giorno è molto esiguo rispetto alla massiccia attività di testing necessaria nella fase 2, e infine, che esistono notevoli variabilità regionali sia sulla propensione all’esecuzione dei tamponi sia rispetto alla percentuale di tamponi “diagnostici”.
La media nazionale di 88 tamponi per 100mila abitanti al giorno colloca l’Italia nella classe di propensione 4 con notevoli differenze regionali. Tra le regioni che effettuano più test, tra i 130 e i 250 al giorno, sempre ogni 100mila cittadini, ci sono il Veneto, la Valle d’Aosta, il Friuli Venezia Giulia, oltre alle province autonome di Trento e di Bolzano. Alla luce di questi dati, la Fondazione Gimbe richiama tutte le Regioni a implementare l’estensione mirata dei tamponi e chiede al Ministero della Salute di inserire tra gli indicatori di monitoraggio della fase 2 uno standard minimo di almeno 250 tamponi diagnostici al giorno per 100mila abitanti. “Il Governo – conclude il presidente Cartabellotta – deve neutralizzare comportamenti opportunistici delle Regioni finalizzati a ridurre la diagnosi di un numero troppo elevato di nuovi casi che aumenterebbe il rischio di nuovi lockdown”.