Troppo alto. Almeno stando ad un precedente pronunciamento della Soprintendenza in occasione del rifacimento della curva Est. Per semplificare quella dal lato del Monumento ai Caduti.
Il dibattito sullo stadio Sinigaglia andato in scena oggi nella sede di Etv ha fatto emergere dei dati che fino ad ora non erano stati presi in considerazione che riguardano il progetto presentato dal Como 1907 a febbraio in Comune. Aspetti tecnici che sono stati illustrati dall’architetto ed ex dirigente comunale Giuseppe Cosenza, tra i relatori dell’evento, che – va sottolineato – nel 2016 ha firmato la variante urbanistica che prevede di mantenere l’impianto nell’attuale posizione e che oggi parla di una occasione straordinaria, vista la solidità della società, per la città ma allo stesso tempo non nasconde alcune criticità sul piano del club che prevede una struttura da 15mila posti, più imponente nei volumi. Il Sinigaglia – è noto – è un bene vincolato. Al momento non sono state richieste deroghe al codice dei Beni culturali e si sta procedendo con via ordinaria e cioè con l’acquisizione del parere della Soprintendenza nel corso della conferenza dei servizi. In questo senso appare problematico un precedente pronunciamento del 2002 sulla curva Est in cui si diceva che non si potevano superare i 7 metri di altezza. “Ora il contesto è rimasto lo stesso e quindi un parere favorevole su costruzioni aventi altezze di oltre 22 metri rappresenterebbe una evidente contraddittorietà dell’azione amministrativa” ha aggiunto l’architetto.
E sulle altezze il discorso appare ancora più chiaro attraverso le immagini (nelle visuali proposte di seguito) che mostrano dalla prospettiva del pedone l’imponenza del progetto (sia da terra che arrivando dal lago).





Ma c’è un altro elemento di perplessità posto dall’architetto Cosenza: “S parla a tutti gli effetti di un intervento di rigenerazione urbana – ha precisato – con nuovi spazi commerciali, pedonalizzazione dell’area ed eliminazione dei posteggi. La normativa – ha detto – prevede la possibilità di costruzioni complementari con uso diverso da quello sportivo e se il richiedente è la Società Sportiva è prevista la concessione senza gara. Ma le nuove costruzioni proposte sembrano sovradimensionate per uno stadio da 15.000 spettatori e significative dal punto di vista economico, il dubbio è se deve applicarsi la normativa sugli impianti sportivi o il codice dei contratti pubblici che assicura il principio di concorrenza con assegnazione tramite gara e non con concessione diretta”.
Quindi una battuta finale: “Alla fine qui sembra che diventerà lo stadio complementare all’attività economica”.
Gli altri relatori del convegno, molto partecipato, sono stati i coordinatori cittadini di Fratelli d’Italia e PD rispettivamente Alessandro Nardone e Daniele Valsecchi, Francesco Molteni, presidente di Ance Como e Pierluigi Marzorati uomo di sport, ex cestista bandiera della Pallacanestro Cantù ed ingegnere.