Niente sold out per Pasqua sul Lago di Como, a pesare il maltempo, con disdette registrate già da giorni dagli alberghi lariani, con pioggia e nuvole che imperverseranno almeno per i prossimi 10 giorni, facendo sfumare così ogni possibilità di riscatto per il ponte del 25 aprile.
La conferma sulla situazione tutt’altro che felice, arriva dal vicepresidente della Camera di Commercio Como-Lecco, Giuseppe Rasella, in contatto costante con gli operatori del settore. “Per il Pasqua -spiega Rasella- avevamo registrato delle buone prenotazioni, ma le condizioni meteo sfavorevoli stanno producendo cancellazioni e mancati arrivi legati alle prenotazioni last minute”.
L’eco della stampa internazionale sul maltempo sul Lago di Como
Confermate solo le presenze legate a viaggi organizzati o provenienti da oltreoceano, ma in questo periodo la parte del leone la fanno svizzeri e tedeschi, assidui frequentatori del Lario durante le festività di primavera, che generalmente raggiungono l’Italia in auto e in occasione di Pasqua trascorrono almeno tre notti nelle strutture ricettive del territorio. “Purtroppo però, l’eco prodotta dalla stampa internazionale sul maltempo sul Lago di Como -continua Rasella- ha portato molti a rinunciare”.
Una situazione che evidenzia la necessità di un’evoluzione del turismo sul Lario: “Ritengo che sia necessario rafforzare l’offerta culturale di tutto il territorio affinché si intercetti un target di turisti meno soggetto alle condizioni meteo e a quanti vengono sul Lago di Como solo per vedere la Villa di Clooney” sottolinea il vicepresidente della Camera di Commercio di Como-Lecco.
E mentre si pensa a come incentivare l’offerta, il Lario deve fare i conti anche con un calo preoccupante delle presenze di casa nostra che quest’anno non farà registrare il tutto esaurito nemmeno nei ristoranti: “La ristorazione durante il ponte pasquale sembra registrare un risultato migliore rispetto agli alberghi, ma è innegabile una flessione del mercato domestico: sul portafoglio degli italiani pesano gli aumenti, in primis quelli delle bollette, che porta a ridurre i consumi; ma anche il clima generale di incertezza, e l’instabilità politica internazionale non aiutano certo”, conclude Rasella.