Maltrattava il padre 72enne, che – già dal 2022 – era costretto a subire ingiurie, minacce e violenze fisiche: arrestato a Lurago d’Erba un uomo di 36 anni. Nel pomeriggio di martedì, i carabinieri di Lurago d’Erba hanno eseguito un ordine di custodia cautelare in carcere emesso dal Gip di Como, nei confronti del 36enne residente in paese.
Il provvedimento è stato emesso in seguito a un’intensa attività investigativa svolta dai carabinieri di Lurago, che hanno raccolto gravi indizi di colpevolezza a carico del 36enne. Dalle indagini, infatti, sarebbero emersi numerosi maltrattamenti compiuti dall’uomo verso il padre, di 72 anni. Dalle ricostruzioni, sembra che l’anziano fosse costretto – già da tre anni – a subire violenze di vario tipo da parte di suo figlio, dalle ingiurie alle minacce, fino ad aggressioni fisiche, volte a ottenere denaro per l’acquisto di stupefacenti. L’uomo si trova ora nel carcere di Como.
Maltrattamenti nel Comasco, un arresto anche ad Appiano Gentile
Arrestato e condotto al Bassone anche un uomo di 56 anni di Appiano Gentile per continui pedinamenti nei confronti della ex compagna 47enne, non avendo accettato la fine della relazione.
La donna, lo scorso 28 febbraio, aveva sporto denuncia ai carabinieri di Appiano. Nonostante il provvedimento di ammonimento emesso dal questore, l’uomo ha continuato a seguire l’ex convivente. Lo scorso 7 marzo, dopo essersi appostato sotto casa sua, è riuscito a incontrarla e avrebbe persino cercato di sottrarle il cellulare. Poi, nella stessa occasione, il 56enne avrebbe minacciato la donna e – dopo essere risalito a bordo della sua auto – avrebbe aperto la portiera e colpito al petto l’ex compagna. La vittima lo ha denunciato quella stessa sera. I militari lo hanno rintracciato a Busto Arsizio, dove si era trasferito, e condotto nel carcere di Como.
Soltanto ieri, invece, un brasiliano di 34 anni irregolare e senza fissa dimora è stato fermato dalla polizia di Stato in zona Albate, quartiere di Como. L’uomo era stato espulso lo scorso gennaio e non sarebbe dovuto tornare in Italia per cinque anni.