(ANSA) – PESCARA, 06 MAG – La bandiera Romanì arriva per la prima volta sull’Everest. A portarla, lo scorso 27 aprile, è stato l’abruzzese Gennaro Spinelli, presidente nazionale Ucri (Unione delle comunità Romanès in Italia), artista, attivista e portavoce della cultura romanì nel mondo. "Non si è trattato solo di una scalata. È stato un gesto simbolico e potente, un filo teso tra le vette dell’Himalaya e le terre dell’Abruzzo, dei Balcani, del Rajasthan, dell’Europa intera. Un cammino lungo mille anni, fatto di dolore, bellezza e testardaggine", dicono i promotori dell’iniziativa. "Portare per la prima volta nella storia la bandiera romanì sull’Everest – afferma Spinelli – è stato un onore immenso. La nostra bandiera è il nostro simbolo, la nostra forza e il nostro futuro. Portarla sulla montagna più alta del pianeta è il simbolo della bellezza, grandezza e forza della cultura romanì che dopo migliaia di anni vuole esistere e pretende di farlo con dignità in tutto il mondo". "Dopo 150 chilometri a piedi in 16 giorni – racconta il presidente Ucri, che ha affrontato una preparazione fisica di tre mesi – tra pietre, ghiaccio e vento tagliente come la bora e con lo zaino pieno non solo di viveri, ma di memoria, orgoglio e sogni, siamo saliti. Più di 5.500 metri sopra il mare, a -20 gradi, con le gambe dure, ma il cuore acceso: la bandiera dei Rom e dei Sinti ha trovato spazio nel cielo più alto. E non era una bandiera qualsiasi: reca le firme di Rom, Sinti e attivisti per la cultura romanì di tutta Europa, testimonianze vive di una comunità che resiste, che crea, che ricorda". "Un ringraziamento – conclude Spinelli – va agli Sherpa, ai tecnici e alle comunità e a chi, con una parola, un abbraccio, una preghiera, ha sostenuto questa visione. E oggi, lassù, abbiamo piantato il nostro nome e la nostra storia. Oggi i Rom stanno sull’Everest. Oggi siamo fieri". L’impresa ha avuto il patrocinio morale dell’Unar (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali presso Palazzo Chigi) e della presidenza del Consiglio dei ministri, tramite il suo direttore Mattia Peradotto, il sostegno morale dell’Anpi nazionale tramite il suo presidente Gianfranco Pagliarulo e della Croatian Romani Union "Kali Sara". L’iniziativa è stata promossa dall’Ucri con l’obiettivo di unire simbolicamente le voci e le storie del popolo romanì di tutto il mondo. (ANSA).