Un traguardo importante per Comocuore, che il 9 maggio spegne le sue prime 40 candeline. Per l’occasione sono molte le iniziative che si snoderanno lungo tutto il 2025. Si comincia venerdì nella Sala Bianca del Teatro Sociale di Como dove, alle 17.30, si terrà il convegno scientifico aperto a tutti “40 anni di prevenzione delle malattie cardiovascolari”. Presenti, tra gli altri, i cardiologi dottor Santo Zerboni e Gianni Corrado e il professor Giuseppe Mancia, professore emerito di cardiologia all’Università Bicocca di Milano e presidente della Fondazione della Società Europea della Ipertensione. A coordinare i lavori sarà il presidente di Comocuore, dott. Giovanni Ferrari.

Comocuore, inoltre, organizza un secondo appuntamento per domenica 18 maggio con “Salva un Cuore”, dove i partecipanti potranno imparare le manovre salvavita di rianimazione cardiopolmonare e l’uso del defibrillatore semiautomatico.

Proseguono poi gli appuntamenti all’insegna della prevenzione. Prossimo incontro mercoledì 25 giugno, con la Como Night Run, una gara non competitiva aperta a tutti, ma anche un modo alternativo di vivere la città all’insegna del “movimento”, esercizio fondamentale nella prevenzione delle malattie cardiovascolari.

Infine, in concomitanza con la “Giornata Mondiale del Cuore”, il 27 e 28 settembre un grande cuore in lana rossa sarà esposto sul piazzale antistante Palazzo Terragni a Como, sede della guardia di finanza. Tutti i quadri realizzati saranno poi usati per la creazione di coperte destinate ai più bisognosi.
Comocuore, le parole del presidente Ferrari
“L’arresto cardiaco improvviso colpisce circa 60mila persone in Italia, spesso davanti ai familiari che non sanno come intervenire”, precisa il dottor Giovanni Ferrari, presidente di Comocuore. Per questo, ha aggiunto, oltre a individuare i soggetti a rischio, serve investire “sulla formazione per intervenire efficacemente in queste occasioni”. Infatti, ha sottolineato il dottor Ferrari, “se la defibrillazione viene effettuata entro i primi tre/cinque minuti, le probabilità di sopravvivenza possono superare il 50%”. E grazie ai grandi passi in avanti della ricerca tecnico-scientifica, ricorda ancora il presidente Ferrari, oggi si registra il 20/30% di sopravvivenza dei ritmi defibrillabili, mentre in passato non superavano l’1/2%.
Importanti, naturalmente, anche i comportamenti di tutti i giorni. “Uno stile di vita sano riduce dell’80% il rischio di infarti o ictus”, ha sottolineato ancora il dottor Ferrari.