Il Pd comasco attacca non soltanto il nuovo modello di parapetti presentato sul Lungolago, ma anche i politici della maggioranza in Regione che nei giorni scorsi si sono scagliati contro questa scelta. “Dopo 17 anni di cantiere si è arrivati a questo risultato inverecondo, oggettivamente antiestetico. – dicono Angelo Orsenigo e Daniele Valsecchi, rispettivamente consigliere regionale e segretario cittadino del Pd – Insieme ai timoni, è magicamente sparito anche il lago, difficile da vedere attraverso quelle barriere. Ma è altrettanto assurdo il rimpallo di responsabilità a cui stiamo assistendo. – continuano – Il sindaco e l’assessore che si prendono una pausa di riflessione, quasi non fossero minimamente a conoscenza dei parapetti che sarebbero stati posati, il consigliere Sergio Gaddi che, con un dribbling degno del migliore attaccante, si dissocia dalla giunta regionale del suo stesso partito politico, così come fa Fratelli d’Italia, addirittura con una petizione per riavere quelli storici. Insomma, quando le cose vanno male, – concludono gli esponenti dem – non è mai colpa di nessuno. Sarebbe invece giusto che, chi ha sbagliato, si prenda le proprie responsabilità e intervenga tempestivamente”.
Orsenigo e Valsecchi annunciano di voler presentare una mozione sul tema e chiedere all’amministrazione comunale di fornire spiegazioni su quanto successo. “È davvero possibile – dicono – che a nessuno, in Comune e in Regione, sia venuto il dubbio che quei parapetti avrebbero deturpato il paesaggio?”.
La replica del consigliere regionale Sergio Gaddi (FI)
A stretto giro è arrivata la replica di Gaddi, attraverso un video postato sui social. “Proprio perché sono un membro della maggioranza, – ha detto il consigliere di Forza Italia – ho il dovere di dire alla mia stessa maggioranza che sta andando in una direzione sbagliata, quindi il Pd dovrebbe ringraziarmi per questo e non dimostrare un certo nervosismo perché io li ho anticipati con una mozione che evidentemente avrebbero voluto fare loro”.