(ANSA) – BARI, 24 MAG – La Corte d’Appello di Bari ha ridotto a 13 anni di reclusione (dai 18 del primo grado, in abbreviato) la condanna nei confronti del 28enne Piero Canonico, imputato per l’omicidio del 29enne Vito Caputo e per il tentato omicidio di Fabio Chiarelli. I fatti risalgono al tardo pomeriggio del 16 marzo 2023 a Capurso (Bari), al termine di un inseguimento iniziato nel vicino comune di Cellamare tra l’auto su cui erano a bordo Chiarelli e Caputo e quella su cui c’erano Canonico e il padre. Arrivati in un parcheggio a Capurso, i quattro scesero dalle auto e ne nacque una violenta rissa, nella quale Canonico – secondo quanto ricostruito dai carabinieri – colpì con 12 coltellate Caputo, uccidendolo, e con nove Chiarelli, ferendolo gravemente. In aula, Canonico ha chiesto scusa ai familiari della vittima dicendosi "dispiaciuto" per quanto successo. La condanna inflitta dalla prima sezione della Corte d’Appello (presidente Eustacchio Cafaro) prevede anche il pagamento delle spese sostenute dalle parti civili costituite, tra cui la compagna di Caputo con cui la vittima aveva avuto una bambina. "Per lei non è semplice accettare che, a fronte di un omicidio così efferato e di un tentato omicidio, ci sia stata una riduzione di pena così forte", spiega l’avvocato Graziano Montanaro. Il delitto, secondo quanto ricostruito, sarebbe maturato nell’ambito delle reciproche gelosia tra Canonico e Chiarelli, entrambi fidanzati con l’ex dell’altro. Nel giorno del delitto Chiarelli, accompagnato da Caputo, ha raggiunto Canonico a Cellamare "per un chiarimento" sfociato nell’inseguimento, nella rissa e negli accoltellamenti. Le motivazioni della sentenza saranno note in 60 giorni. (ANSA).