Una festa della musica sacra e della coralità ha riempito di voci e spiritualità il cuore della diocesi nella due giorni promossa dall’Ufficio liturgico diocesano, con il sostegno del Conservatorio di Como, della Basilica Cattedrale e della Cappella Musicale del Duomo. Sabato 24 e domenica 25 maggio si è svolta la XXIII edizione del Convegno delle Corali, che, in occasione dell’Anno Santo, ha assunto un valore speciale: quello del Giubileo diocesano delle Corali.
Il momento culminante si è vissuto domenica mattina, con la celebrazione della Santa Messa delle ore 10.00 in Cattedrale, presieduta dal vescovo, cardinale Oscar Cantoni. A rendere solenne la liturgia, il canto di ben 42 corali, per un totale di oltre 800 voci, in rappresentanza di oltre cinquanta parrocchie e comunità pastorali della diocesi.
Il repertorio eseguito ha valorizzato la tradizione musicale locale, con brani composti da autori storici della diocesi accanto a musicisti contemporanei. A impreziosire ulteriormente la celebrazione, un sestetto di ottoni ha accompagnato le voci, offrendo momenti di grande suggestione sonora e spirituale.
Il Giubileo delle Corali non si è esaurito con la Messa del mattino. Nel pomeriggio, dalle 15.00 alle 16.00, sempre in Duomo, circa 300 cantori si sono esibiti in un momento musicale aperto al pubblico, con ingresso libero. Un’occasione di condivisione e bellezza che ha saputo coniugare arte e fede, confermando il ruolo fondamentale della musica nella vita liturgica e comunitaria della Chiesa.
OMELIA NEL GIUBILEO DELLE CORALI –
a cura del cardinale Oscar Cantoni
Nel corso di questo Anno Santo, in questa cattedrale, chiesa madre di tutte le chiese della diocesi, si succedono a turno le diverse categorie di persone, che accolgono con gratitudine la grazia giubilare.
Entrano tutti come “pellegrini di speranza”, ossia si sentono umilmente persone in ricerca, in un cammino non sempre facile, anzi, a volte tortuoso, ma nella consapevolezza di essere sempre attesi, chiamati per nome, riconosciuti nella originalità propria, accolti dal Signore risorto e dal suo Spirito, il quale infonde in ciascuno la consapevolezza di essere amato e perdonato.
Da qui la persuasione di poter continuare ad affrontare e sostenere le responsabilità della vita, nella speranza certa di essere sorretti, sempre e in ogni caso, dall’amore fedele di Dio, che non delude mai. La speranza cristiana non è un semplice ottimismo umano, perché è fondato sulla fedeltà di Dio, che mantiene sempre e realizza ciò che ha promesso.
Con questi stessi sentimenti avete anche voi varcato oggi con gioia la soglia della nostra cattedrale, non però come semplici cristiani anonimi, ma facenti parte di un corpo, quindi con una identità precisa, membra vive di una Comunità, dove ciascuno si pone al servizio degli altri, offrendo sé stesso, con i doni che possiede.
All’interno della vostra comunità parrocchiale voi vivete un ministero specifico, un compito molto prezioso, quello del canto. Non certo per sentirvi protagonisti esclusivi nella celebrazione liturgica, ma per sorreggere e accompagnare l’assemblea tutta, che innalza a un’unica voce la lode al suo Signore.
Vi ringrazio di cuore per il servizio che svolgete, a volte anche a prezzo di grandi sacrifici, ma nella consapevolezza di aiutare, attraverso la vostra voce, tutta l’assemblea a sentirsi una cosa sola, un popolo che loda il Signore per le meraviglie di grazia che Egli compie a vantaggio del suo popolo amato.
L’immagine del coro come il vostro, con la compresenza e la varietà dei suoi elementi, aiuta a comprendere meglio il vangelo che oggi abbiamo ascoltato. Arriviamo facilmente a definire l’azione dello Spirito santo nella Chiesa: egli è come il direttore del coro.
È lo Spirito Santo, infatti, che guida la Chiesa, la sostiene e la incoraggia nei tempi della prova, aiuta a comprendere più facilmente la parola di Gesù e ci spinge ad attualizzarla nella nostra vita.
Lo Spirito santo è definito il “maestro interiore”: solo lui può raggiungere l’intimo dei cuori, solo Lui può convincere i credenti perché sperimentino di essere veri figli di Dio, e nello stesso tempo, discepoli amati da Cristo, suo Figlio.
Solo lo Spirito santo è capace di farci sentire bisognosi di unità, cosi da presentarci, dentro un mondo tanto diviso e contrapposto, solidali e compatti come un solo corpo in Cristo.
Quanto più viviamo docili alle ispirazioni dello Spirito santo, tanto più saremo uniti tra di noi.
È questo il segreto per cui è avvenuta, nel recente Conclave, la scelta concorde e rapida di Colui che abbiamo riconosciuto essere stato scelto dal Signore come vescovo di Roma e guida suprema della Chiesa universale.
E voi tutti mi confermate che si è trattato di una bella scelta!
È molto chiarificante il suo motto: strettamente uniti a Lui, Cristo, siamo una cosa sola!
In Illo uno, unum.
Oscar card. CANTONI