Da una parte ci sono PD e CGIL che ammettono la sconfitta ma parlano di una partita giusta da giocare viste le questioni in gioco. Di contro c’è Fratelli d’Italia che, senza usare giri di parole, utilizza l’espressione “referendum flop”.
Ad urne chiuse è arrivata la conferma: quorum mancato e un’affluenza che a livello nazionale si è fermata al 30%, anche meno a livello provinciale attestandosi attorno al 27%. Il botta e risposta tra le compagini politiche si è animato anche nel Comasco dopo i risultati dei cinque quesiti che avevano al centro lavoro e cittadinanza.
Il PD: “Partita giusta da portare avanti”
“Il Partito democratico ha sostenuto i cinque referendum, pur nella consapevolezza che sarebbe stata una campagna dura e complicata. Non ci siamo mai tirati indietro, affrontando la sfida senza paura” ha dichiarato Carla Gaiani, segretaria provinciale del PD.
“Dobbiamo ammettere di non aver raggiunto l’obiettivo – chiarisce – È stata comunque una partita giusta da giocare, che il Partito Democratico ha portato avanti a testa alta – e continuerà a farlo – perché in gioco c’erano e ci sono questioni fondamentali: il lavoro, la lotta alla precarietà selvaggia, la sicurezza nei luoghi di lavoro, i licenziamenti illegittimi, i diritti di chi nasce, cresce, studia e lavora in questo Paese”. Quindi una riflessione sui numeri. “Aver portato al voto quasi 15 milioni di cittadini, tra cui circa 127 mila comaschi, – conclude Gaiani – rappresenta comunque un segnale importante del lavoro svolto. Da qui ripartiamo”.
Fratelli d’Italia: “Flop politico ed economico”
Gli esponenti di Fratelli d’Italia Stefano Molinari e Alessandro Nardone rispettivamente presidente provinciale e coordinatore cittadino) dal canto loro dicono: “Anche a Como e in provincia i referendum voluti dalla sinistra si sono rivelati un fallimento clamoroso, così come nel resto del Paese. Dovevano essere, nelle parole del segretario del PD Elly Schlein, «l’avviso di sfratto» al Governo Meloni. E invece si sono trasformati in una sonora bocciatura per la sinistra, che – per citare ancora la Schlein – «non li ha visti arrivare», gli elettori ai seggi”. Hanno commentato.
“I numeri dell’affluenza parlano chiaro – aggiungono – un flop tanto politico quanto economico, visto che l’organizzazione dei referendum ha comportato uno spreco di denaro pubblico che ricadrà sulle spalle di tutti gli italiani”.
“Il messaggio dei cittadini è stato netto: la maggioranza degli italiani – comaschi compresi – sceglie la coerenza e la concretezza del Governo guidato da Giorgia Meloni, e rifiuta l’ipocrisia, le divisioni e le battaglie ideologiche di una sinistra sempre più autoreferenziale”.
La Cgil: “Convinti della bontà e della necessità delle nostre proposte”
Dal sindacato interviene Sandro Estelli, segretario generale della Cgil di Como. “Non abbiamo raggiunto il risultato sperato, ma restiamo convinti della bontà e della necessità delle nostre proposte” ha detto. “In queste settimane ha parlato la democrazia, pur dentro una campagna segnata da forti pressioni per l’astensionismo, in cui il non voto è stato indicato come una soluzione. Eppure – conclude – oltre 14 milioni di italiani hanno scelto, di prendere posizione. Abbiamo riportato al centro del dibattito pubblico i temi fondamentali del lavoro, della dignità, della sicurezza e della giustizia sociale”.