(ANSA) – ROMA, 17 GIU – Solitudini e salute: un’urgenza sociale e sanitaria, la solitudine è infatti oggi una delle più gravi fragilità emergenti. Non si tratta solo di una condizione individuale, ma di un fenomeno che mina la salute psicologica, sociale e fisica delle persone tanto che ci sono studi che hanno evidenziato come l’isolamento sociale può favorire l’insorgere di patologie che possono portare a un incremento del 50% della demenza e del 30% della mortalità prematura. Eppure esiste un antidoto potente: la comunità. Stare insieme, soprattutto dopo la pandemia da Covid è parte della cura, e ogni contesto relazionale — dal quartiere all’ambulatorio — può diventare presidio di benessere. Questo è il tema al centro del convegno ‘Le comunità come alternativa alla solitudine e per supportare la salute’ che si svolgerà a Roma presso il Centro congressi della ‘Sapienza’ in Via Salaria, giovedì19 giugno, in occasione della XX edizione del Master in Management e Innovazione nelle Aziende Sanitarie, attivato presso il Dipartimento di Scienze Sociali ed Economiche della Sapienza Università di Roma. L’obiettivo è quello di avviare un confronto – anche sulla base di un questionario che è stato diffuso tra tutti i medici di famiglia’ – tra le esperienze italiane che hanno messo in campo progetti per dare una risposta al crescente bisogno di comunità come antidoto alla solitudine, nelle diverse fasce della popolazione. Il convegno ha il patrocinio di AGENAS (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali), e di Roma Capitale, con l’ Assessorato alle Politiche Sociali e alla Salute. Hanno inoltre contribuito la Federazione Italiana Aziende Sanitarie e Ospedaliere, Federsanità, le Anci regionali e Cittadinanzattiva. "Il potere generativo delle comunità: quando sono coese e proattive, generano prossimità, contrastano l’isolamento, sostengono i servizi. Diventano alleate nei percorsi di cura, capaci di dare senso di appartenenza e risposte concrete alle fragilità, in particolare nei giovani e nei più anziani. In sanità, è tempo di riscoprire una dimensione ecosistemica: la salute nasce e si sostiene nella relazione. Una chiamata all’azione condivisa. Obiettivo del convegno – spiegano i promotori – è quello di creare una occasione per costruire nuove alleanze tra cittadini, professionisti, istituzioni, volontariato e terzo settore. Non possiamo più permetterci una sanità senza comunità". La giornata di articola in una sessione mattutina nella quale si delineerà lo scenario internazionale, grazie al contributo di rappresentanti di WHO (European Office for Investment for Health and Development), Wonca (Organizzazione mondiale dei medici di famiglia), i referenti del Frome Medical Practice (Uk) e il pensiero della CEI, con l’intervento di S.E. Mons. Domenico Pompili. Poi, panoramica a livello nazionale, con gli interventi di un rappresentante del Dipartimento One Health del Ministero della Salute, di un referente dell’AGENAS, del Comitato di Medicina Sociale e dell’Alleanza per la Riforme delle Cure Primarie in Italia. Completerà il tavolo l’intervento di Barbara Funari, l’ Assessora alle Politiche Sociali e alla Salute di Roma Capitale, con l’esperienza della Città Metropolitana più grande d’Italia, nella quale i caratteri del fenomeno richiedono misure adeguate e urgenti. I tavoli di lavoro del pomeriggio saranno condotti con metodologie partecipative, in modo da individuare raccomandazioni e pratiche utili. (ANSA).