La diocesi di Como si è stretta questa mattina attorno al cardinale Oscar Cantoni, in festa per i 50 anni di ordinazione sacerdotale. Accanto a Cantoni, in una Cattedrale gremita, 15 vescovi concelebranti, quattro dei quali, tra questi l’arcivescovo di Milano Mario Delpini, ricordano quest’anno il 50esimo di ordinazione presbiteriale. A questo significativo giubileo, si è aggiunto il ricordo dei 60 anni di consacrazione del predecessore di Cantoni, monsignor Diego Coletti (vescovo di Como dal 2006 al 2016).
Hanno concelebrato la Messa alcuni dei compagni di ordinazione del cardinale Cantoni, i componenti del Consiglio episcopale, il Capitolo della Cattedrale e tanti preti del clero diocesano. Presente anche una delegazione di sacerdoti e laici della diocesi di Crema, la prima sede episcopale del vescovo di Como Cantoni.
A portare il saluto iniziale è stato il vicario generale, monsignor Ivan Salvadori, che ha letto il messaggio di auguri giunto da papa Leone XIV.
Il cardinale Cantoni, cinquant’anni fa, come motto per la propria consacrazione sacerdotale, scelse un versetto del salmo 51: mi abbandono alla fedeltà di Dio, ora e per sempre.
“Cinquant’anni sono lunghi da narrare, – ha detto il cardinale nell’omelia – Siamo contenti di essere preti, a servizio del popolo di Dio, soddisfatti di aver camminato insieme in una unità. Il Signore risorto non ci ha mai tradito. Ci è sempre stato vicino, in ogni situazione della vita, felice o avversa. É stato il nostro compagno di viaggio. Non ci siamo mai stancati di parlare di Lui. Abbiamo sempre considerato la Chiesa quale nostra madre, che ci nutre e ci custodisce. – ha continuato Cantoni – Il tempo è corso veloce. Abbiamo sperimentato nelle nostre Comunità cristiane un vero clima di famiglia. Siamo venuti incontro e abbiamo cercato di essere vicini a quanti hanno sperimentato tante fatiche. Abbiamo conosciuto persone almeno apparentemente impermeabili alla grazia, ma Dio è stato capace di persistere nel suo amore. Infine, abbiamo sperimentato la vicinanza affettuosa del popolo di Dio, che vuole bene ai suoi preti, che condivide le loro fatiche e non disdegna tuttavia di essere, verso ciascuno, una presenza stimolante e anche critica. Ecco il ritratto di “uomini di Dio, ministri di speranza”, (almeno osiamo definirci tali, in tutta umiltà!), – ha detto Cantoni – coscienti delle nostre povertà, ma anche stupiti di essere stati usati quali strumenti attivi della provvidenza di Dio per la formazione e la crescita del suo popolo. Una vita semplice, intensa e bella, può essere di consolazione e di stimolo per tutto il popolo di Dio, – ha concluso il vescovo di Como – ma anche un modello di vita per giovani che ancora credono che il ministero sacerdotale possa ancora riempire di gioia e di pienezza la loro intera esistenza”.
I fedeli hanno potuto ottenere l’indulgenza plenaria secondo le norme canonicamente prescritte. Al termine della messa è stata impartita la benedizione papale.