(ANSA) – VENEZIA, 02 LUG – I detenuti del carcere di Santa Maria Maggiore lavoreranno presso la Procuratoria di San Marco con un incarico alla Basilica. Ciò è stato possibile grazie ad un accordo di collaborazione tra la Procuratoria e il carcere veneziano. La Procuratoria di San Marco offre così lavoro in Basilica ai detenuti di Santa Maria Maggiore; dà a loro, e al personale della casa circondariale, ospitalità per visite guidate; farà a sua volta visita ai reclusi in carcere, con i suoi volontari, per proiezioni di filmati e illustrazione di opere d’arte. L’accordo è stato siglato oggi a Venezia presenti il patriarca Francesco Moraglia, i procuratori Bruno Barel e Renato Brunetta, il direttore della Casa circondariale Santa Maria Maggiore Enrico Farina, la presidente del Consiglio comunale Ermelinda Damiano. "Un tassello prezioso in più – ha detto Damiano – che si aggiunge alle numerose iniziative che già la casa circondariale di Venezia promuove sul territorio. Una realtà che collabora con tante associazioni, come la Biennale. Questa diventa un’occasione aggiuntiva che dà la possibilità ai detenuti di apprezzare l’arte e la bellezza della città". "Il progetto – ha aggiunto – parte da uno dei simboli di Venezia, un simbolo che è certamente religioso e culturale, conosciuto in tutto il mondo, e credo sia una grandissima opportunità per il reinserimento sociale in funzione del percorso rieducativo, previsto dalla nostra Costituzione, ma credo sia anche un importante passo per tutta la comunità". Soddisfatta dell’iniziativa anche la Cgil: "un passo importante nella direzione di una città che accoglie chi ha bisogno di una seconda opportunità – rileva il segretario di Venezia, Daniele Giordano. La libertà passa anche dall’opportunità di un lavoro dignitoso, occasione non da poco in una Città dove tante volte chi è svantaggiato è costretto ad accettare condizioni di sfruttamento e irregolarità. Per questo riteniamo molto positiva la parificazione del contratto con quello applicato alle lavoratrici e ai lavoratori della Procuratoria" (ANSA).