(ANSA) – PISA, 19 LUG – In 1500, secondo gli organizzatori, hanno partecipato oggi alla manifestazione regionale pacifista della rete Stop rearm Europe davanti alla base americana di Camp Darby, a Pisa. Una manifestazione trasversale che ha riunito tante associazioni, reti, movimenti, Ong, provenienti da varie parti della Toscana, insieme a Cgil, Movimento no base, ‘Nonne in lotta’, oltre a sigle politiche e partiti della sinistra e del centrosinistra, il sindacalismo di base. Presenti, tra gli altri, anche il leader di Rifondazione comunista Maurizio Acerbo e la capogruppo M5s in Consiglio regionale Irene Galletti. Tra gli interventi, si spiega in una nota, non sono mancati il ricordo a trent’anni dal genocidio di Srebrenica e la solidarietà al popolo palestinese. I manifestanti hanno poi esposto lunghe bandiere della pace e della Palestina. Dal palco Raffaella Bolini, portavoce della rete Stop rearm Europe che ha promosso la manifestazione, ha sottolineato "l’urgenza di una mobilitazione che vada oltre i confini nazionali contro le politiche di riarmo dell’Unione europea e in particolare contro la scelta dei Paesi aderenti alla Nato di innalzare le spese militari al 5% del Pil, una vera e propria sciagura che darà il colpo di grazia a tutto il sistema di welfare su cui si regge il nostro Paese". "La Cgil toscana è qui insieme a tante altre persone per dire che non vogliamo assolutamente che il nostro lavoro e le nostre vite siano utilizzate per il riarmo", ha detto Anna Maria Romano, della segreteria regionale della Cgil. "Abbiamo aderito con convinzione alla manifestazione come Movimento 5 Stelle e come cittadini toscani – ha sottolineato Galletti -, per dire basta a un sistema che investe miliardi nella guerra e abbandona i diritti fondamentali delle persone. E’ semplicemente folle destinare il 5% del Pil europeo, oltre 500 miliardi di euro all’anno, al riarmo e a infrastrutture a servizio della guerra, mentre si lasciano indietro sanità, scuola, transizione ecologica, piccole imprese. M5s è fedele alla causa della pace e vicini a chi, come Francesca Albanese e numerosi testimoni internazionali, denuncia il massacro del popolo palestinese, l’occupazione e le complicità economiche e militari dell’Occidente e troviamo scandaloso che il governo Meloni sia diventato un ingranaggio dell’economia della guerra". (ANSA).