(ANSA) – PALERMO, 19 LUG – C’è la decisione delle Sezioni Unite Civili della Cassazione del 18 febbraio 2025 al centro dl ricorso ai Supremi giudici presentato, ieri, dalla Procura di Palermo contro la sentenza del tribunale che, a dicembre scorso, ha assolto il leader della Lega Matteo Salvini al processo Open Arms. L’ex ministro dell’Interno era accusato di rifiuto di atti d’ufficio e sequestro di persona per aver negato lo sbarco a Lampedusa alla nave della ong spagnola e ai 147 migranti soccorsi in mare. Ma per il collegio il vicepresidente del Consiglio non è colpevole perchè l’obbligo di assegnare il porto sicuro alla imbarcazione non gravava sullo Stato italiano. La Cassazione, a febbraio, però, ha condannato il Ministero dell’Interno per un caso analogo, quello, appunto, della nave della Guardia Costiera Diciotti a cui pure fu vietato lo sbarco. Anche allora a causa del mancato rilascio del POS che il Ministero dell’Interno riteneva dovuto da altri Stati, l’imbarcazione rimase in acque territoriali, nei pressi di Catania, e i naufraghi non poterono raggiungere, per più giorni, la terraferma. Un gruppo di profughi chiese la condanna del Governo italiano a risarcire i danni non patrimoniali determinati dalla privazione della libertà. La questione, dopo alterne vicende giudiziarie, arrivò alle sezioni unite. Il collegio rinviò al giudice di merito la quantificazione del danno di fatto, però, dichiarando responsabile l’Esecutivo. "Va certamente escluso che il rifiuto dell’autorizzazione allo sbarco dei migranti soccorsi in mare protratto per dieci giorni possa considerarsi quale atto politico sottratto al controllo giurisdizionale – affermò la Cassazione – Non lo è perché non rappresenta un atto libero nel fine, come tale riconducibile a scelte supreme dettate da criteri politici concernenti la Costituzione, la salvaguardia o il funzionamento dei pubblici poteri nella loro organica struttura e nella loro coordinata applicazione". (ANSA).