La decisione era attesa ed è arrivata. L’assessore alla Rigenerazione urbana del Comune di Milano Giancarlo Tancredi ha rassegnato oggi le sue dimissioni. Una scelta, annunciata nell’aula del consiglio comunale di Palazzo Marino, maturata in relazione all’inchiesta sull’urbanistica della procura del capoluogo lombardo che ha scosso non solo Milano, ma che ha fatto tremare anche Como.
Uno dei sei indagati per i quali è stato chiesto l’arresto è infatti un manager della società J+S, che figura tra i promotori di tre dei progetti più importanti per il capoluogo lariano: nuovo stadio Sinigaglia, cittadella dello sport di Muggiò e centro sportivo del Rugby Como. Il nome che emerge dagli atti dell’indagine della procura di Milano è quello di Federico Pella. Secondo l’accusa, il manager avrebbe corrotto Giuseppe Marinoni, l’architetto già presidente della commissione Paesaggi del Comune di Milano attorno a cui ruota l’inchiesta. Le ipotesi di accusa vanno, a vario titolo, dalla corruzione all’induzione indebita e alle false dichiarazioni sulle qualità personali proprie o di altri.
L’assessore Tancredi ha ribadito l’estraneità del suo operato da “qualsiasi interesse personale”. “La mia attività è sempre stata improntata a valori etici e morali riconosciuti da più parti e in più contesti – ha detto – La mia coscienza è pulita”.
Nell’aula del consiglio di Palazzo Marino ha riferito anche il sindaco Beppe Sala, tra gli indagati nell’inchiesta. “Le mie mani sono pulite – ha sottolineato Sala – Tutto ciò che ho fatto nell’arco delle due sindacature si è sempre esclusivamente basato sull’interesse dei cittadini e delle cittadine. Non esiste una singola azione che possa essere attribuita a mio vantaggio. Se la maggioranza c’è, io ci sono, – ha detto il sindaco – con tutta la passione, la voglia e l’amore per la città. Oggi sono motivato più che mai a fare il mio dovere fino in fondo e mantenere l’incarico che i milanesi mi hanno affidato”.
Al momento è impossibile fare ipotesi o previsioni su eventuali, possibili conseguenze del terremoto milanese sul Lario. I sei indagati per i quali la procura di Milano ha chiesto l’arresto potranno spiegare la loro verità il 23 luglio prossimo al giudice delle indagini preliminari Mattia Fiorentini, che deciderà sulla richiesta di arresto.