(ANSA) – TERAMO, 23 LUG – Un’ingente truffa ai danni dello Stato nel settore dei bonus edilizi per un importo complessivo di oltre 24,5 milioni di euro, costituiti da crediti d’imposta fittizi. E’ quella scoperta dalla Guardia di Finanza di Roseto degli Abruzzi (Teramo) nell’ambito di una complessa indagine coordinata dalla Procura di Teramo con il supporto della sezione di Polizia Giudiziaria della Guardia di Finanza di Teramo. Tre persone, tra cui due professionisti esperti contabili, sono state denunciate per il reato di truffa aggravata finalizzata al conseguimento di erogazioni pubbliche. Segnalata, inoltre, una società per la responsabilità amministrativa degli enti in relazione ai reati commessi dai propri amministratori nel loro interesse o vantaggio. Le indagini hanno permesso di scoprire un meccanismo di frode estremamente efficace. Gli indagati, utilizzando una società "cartiera" amministrata da un mero "prestanome", priva di personale dipendente, sede, mezzi e macchinari, hanno documentato inesistenti lavori di efficientamento energetico e antisismici – i cosiddetti Superbonus 110% e Sismabonus – al fine di ottenere corrispondenti crediti d’imposta nel cassetto fiscale della stessa società. La frode è stata consumata falsificando la documentazione tecnica e fiscale relativa a lavori realmente eseguiti su diversi complessi immobiliari da altre società, estranee ai fatti, mediante la materiale sostituzione del nominativo dell’impresa esecutrice con quello della società "cartiera". La documentazione alterata è stata poi utilizzata dagli indagati per generare, mediante duplicazione, ulteriori crediti d’imposta, oltre a quelli correttamente rendicontati dall’impresa che aveva realmente eseguito i lavori, inducendo così in errore l’Agenzia delle Entrate che ha riconosciuto un doppio beneficio: uno effettivo, l’altro indebito. I crediti d’imposta fittizi ottenuti, pari a oltre 24 milioni di euro, sono stati poi ceduti per 11 milioni a soggetti terzi in buona fede, consentendo ai responsabili di conseguire un illecito profitto. L’intervento delle Fiamme Gialle ha impedito agli indagati di cedere e monetizzare anche la restante parte dei crediti d’imposta fittizi, pari a oltre 13 milioni di euro. (ANSA).