(ANSA) – BOLOGNA, 23 LUG – Un sopralluogo nella strada dove è morto Fallou Sall, un esperimento giudiziale per misurare le condotte di chi è stato coinvolto nella vicenda e ricostruire, per quanto possibile, la dinamica dei fatti. E’ quanto ha chiesto al Tribunale dei minori di Bologna la difesa del 16enne italiano accusato dell’omicidio del coetaneo, avvenuto il 4 settembre del 2024, in via Piave, a Bologna. Il processo si svolge con il rito ordinario. Il 16enne risponde anche del tentato omicidio di un amico di Fallou, un 17enne bengalese, a sua volta accusato di lesioni e molestie telefoniche nei confronti del principale imputato. In relazione a queste accuse il 17enne ha chiesto e ottenuto la messa alla prova e la sua posizione è stata stralciata. "La mia richiesta di esperimento giudiziale è stata fatta – ha spiegato l’avvocato Pietro Gabriele, che assiste l’imputato – ora spetta al Tribunale decidere se ammetterlo in questa fase istruttoria e in che modalità. Del resto l’esperimento è un mezzo di prova come la testimonianza, è un contenitore che può essere riempito in diversi modi, dipende dalle finalità che si intende perseguire. E in questo caso bisogna andare di persona sul posto". Il collegio presieduto dalla presidente del Tribunale dei minori Gabriella Tomai si pronuncerà su questa richiesta forse già nella prossima udienza, il 17 settembre. Secondo quanto ricostruito all’epoca dagli investigatori, qualche giorno prima del delitto, il 31 agosto, c’era stata una lite verbale tra il 16enne e il 17enne bengalese. Il 4, invece, il bengalese e l’italiano si sono incontrati nuovamente prendendosi a pugni. Il 16enne sarebbe fuggito verso casa, inseguito da più persone prima di essere placcato a terra. Tra i ragazzi c’era Fallou, intervenuto in aiuto del 17enne. A questo punto il 16enne ha tirato fuori il coltello, colpendo alla cieca per difendersi – secondo la sua versione – e raggiungendo Fallou al cuore e l’amico 17enne al collo. Per la Procura si è trattato di omicidio volontario. (ANSA).